Raffaele Cantone a un passo dalla nomina a capo della Procura di Perugia, che ha in mano il caso Palamara. Domani il voto del plenum del Csm. Ex presidente dell’Anticorruzione, nominato da Renzi premier, pm anticamorra a Napoli, è tornato al Massimario della Cassazione a settembre dopo aver lasciato in anticipo l’Anac. Il 4 aprile Cantone ha ricevuto 3 voti dalla Quinta commissione, che propone le nomine: del presidente Suriano, di Area (progressisti), dei laici Benedetti (M5S) e Cerabona (FI). Invece, Davigo di AeI e Miccichè di MI (conservatori) hanno votato per Luca Masini, procuratore aggiunto di Salerno, che ha coordinato l’inchiesta sui magistrati del distretto di Catanzaro, ex uditore di Antonio Di Pietro. La nomina del procuratore di Perugia è la più delicata dopo quella di Roma: ha la competenza a indagare proprio sui magistrati della Capitale ed è alla ribalta per l’inchiesta che ha fatto deflagrare lo scandalo nomine del Csm: quella su Palamara, ex Csm, pm di Roma, sospeso, accusato di corruzione. A favore di Cantone i 5 togati di Area equasi tutti i laci: i 3 di M5S, Benedetti, Donati, Gigliotti, i 2 di FI Cerabona e Lanzi, incerti Basile e Cavanna della Lega. Con Masini, anche perché ritengono Cantone troppo politicizzato, i 5 togati di AeI e i 3 di MI. I capi di Corte Mammone e Salvi dovrebbero astenersi per i risvolti disciplinari del caso Palamara. Ago della bilancia, i 3 togati di Unicost (centristi) Mancinetti, Ciambellini e Grillo: potrebbero astenersi come ha fatto in Quinta Mancinetti, un vantaggio per Cantone.
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