PORTA OVILE E NON SOLO.

PALAZZO pubblico mette a disposizione un depliant su come visitare Siena in tre ore. Un invito al mordi e fuggi? Una beffa, per la città che di turismo vuol vivere e gli ospiti deve far fermare. «Penso che Siena debba puntare sui suoi tesori, a partire da quelli più conosciuti, dal gotico. Solo Museo Civico, Opera del Duomo, Pinacoteca, San Francesco o San Domenico possono intrattenere il visitatore almeno tre giorni»: è la cultura, il patrimonio artistico, l’attrattiva della città, il bene pubblico su cui puntare secondo Donatella Capresi, delegata Fai Siena. Cosa ne pensa di un piano del traffico che dirotta i grandi flussi sotto Porta Ovile? «Non sono in grado di giudicare se le vibrazioni possano nuocere ad un manufatto storico, certo però dovrebbe e potrebbe farlo la Soprintendenza ai beni architettonici. Quello che più mi preoccupa però è la messa a disposizione di piazza del Campo ad esempio». In che senso? «Mi riferisco ai camion che vengono fatti entrare per allestire i concerti in piazza e che con difficoltà riescono a girare nelle nostre piccole e preziose vie. Poi non si può aprire a tutto: il turismo di massa, si sa, crea inciviltà totali. Ecco, una città che turistica vuol dirsi deve come minimo dotarsi di bagnipubblici. Invece qui i vicoli più nascosti diventano orinatoi». Tornando alla città da far vedere, ci sono disattenzioni verso il nostro patrimonio? «Certo ci sono ancora angoli poco conosciuti. Del resto Siena è nota per il gotico, largamento offerto all’interno delle nostre mura. Poi c’è però anche quella scuola del ’600, per cui non rimane molto tempo. Il turista andrebbe fermato minimo tre giorni, altroché tre ore». Paola Tomassoni