Polemica per la nomina fatta da Franceschini. Toccafondi: «Bassa cucina politica»

Montanari al Museo della Ginoriapre un caso con Pd e Italia Viva

 

Antonio Passanese

 

Il loro compito sarà quello di far ripartire il Museo Richard Ginori, gioiello della porcellana dal Settecento ai nostri giorni, dopo sette anni di chiusura e di abbandono. Ma sulla scelta da parte del ministro Dario Franceschini di nominare presidente del Cda Tomaso Montanari — anche il diretto interessato dice di aver «accolto con sorpresa l’inaspettata decisione» — è subito polemica. Italia Viva e Pd si interrogano su cosa abbia spinto il ministro a optare per lo storico dell’arte che, in più di un’occasione, non ha risparmiato fortissime critiche ai Democratici come anche allo stesso Franceschini. Gabriele Toccafondi, deputato renziano che nei giorni scorsi aveva presentato un’interrogazione per chiedere velocità nelle nomine e nell’avvio dei lavori, commenta critico: «Montanari presidente del Museo Ginori? Come può uno che ha definito Franco Zeffirelli “insopportabile mediocre”, Oriana Fallaci “orrenda”, gli amministratori di Firenze al “servizio di capitali stranieri” e Franceschini “il peggior ministro della cultura che abbiamo avuto” rappresentare il ministero della Cultura?». Ed evocando possibili accordi sottotraccia, il parlamentare aggiunge: «Forse si vuole fare bassa cucina politica per tenere insieme una certa area politica che, in questi anni, mesi e settimane non ha mancato di rappresentare la propria distanza da tutto ciò che facevano il Pd e i suoi alleati?». Al fianco di Toccafondi, con toni diversi, si schiera anche Lorenzo Zambini, capogruppo del Pd a Sesto e da sempre molto critico con Tomaso «che nei suoi quattro anni e mezzo da consigliere culturale del sindaco Falchi non ha fatto niente di significativo. Mi auguro che in questa sua nuova veste possa mettere un impegno diverso per la città da quello dimostrato fino a oggi». Alle polemiche di Italia Viva e del Pd, il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi risponde con la «soddisfazione per la scelta. In questi anni Tomaso si è speso in prima persona perché il nodo della Ginori e del suo museo venisse sciolto». Con il Cda al completo — Franceschini ha nominato anche Stefano Casciu, Nicoletta Maraschio, Gianni Pozzi e Maurizio Toccafondi — ora la Fondazione Ginori potrà dare il via a tutti quegli interventi utili alla ripartenza del museo, che versa in uno stato disastroso. Parte dell’edificio di viale Giulio Cesare è stato ristrutturato grazie ai fondi del Polo museale della Toscana, che ha provveduto a trasferire le migliaia di opere lì esposte per poter risanare tetto e solai da cui entrava acqua che ne stava compromettendo l’integrità strutturale. Ma c’è ancora tanto da fare prima di arrivare all’inaugurazione. Uno dei primi atti del Cda sarà quello di sbloccare i 400.000 mila euro di Regione e Comune che permetteranno di indire le gare. E il neo presidente che dice? «La fabbrica della bellezza, questo è il mio impegno, ritroverà il suo popolo». Parola di Tomaso Montanari.

 

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