Siena, la scesa in campo del primario delle Scotte infiamma la campagna per le amministrative
Giulia Maestrini
siena Manca ancora la decisione del Partito democratico, e più in generale del centrosinistra, sul candidato sindaco, eppure i nervi della campagna elettorale a Siena sono scoperti. E il livello dello scontro è già alto.
Basta così un post su un blog a scatenare la ridda di voci, scenari, ipotesi da fantapolitica. Ieri Pierluigi Piccini — già sindaco della città dal 1990 al 2001 e adesso candidato con una lista civica che, stando ai sondaggi, pare avere un discreto seguito — ha postato l’editoriale sui giochi di potere del Pd firmato da Paolo Ermini ieri sul Corriere Fiorentino . Subito sotto un video di Fulvio Bruni — direttore del pronto soccorso che ha appena annunciato la propria disponibilità a candidarsi come civico alla guida di una coalizione di centrosinistra — che, nel 2011, faceva un appello al voto per Franco Ceccuzzi, all’epoca candidato sindaco (e poi sindaco eletto) del Pd. «Piccini si è scelto l’avversario, vuole affossare la candidatura di Bruni a favore di Valentini» si è sibilato da più parti. Il diretto interessato va dritto per la sua strada: «Semplicemente credo che Bruni non sia un candidato civico — spiega Piccini — La sua candidatura è speculare a quella di Luigi De Mossi, partito come civico ma poi appoggiato da alcuni partiti del centrodestra. Oggi c’è un falso civismo che serve ai partiti per nascondersi».
L’ipotesi civica, d’altronde, è da settimane quella inseguita da una parte del Partito democratico senese, e cioè la parte contraria a un secondo mandato di Bruno Valentini. Scegliere un candidato civico permetterebbe al partito, da una parte, di evitare le primarie — che Valentini invece continua a richiedere a gran voce — e dall’altra di allargare la coalizione, magari tirando dentro i Liberi e Uguali dell’ex vice sindaco Fulvio Mancuso e una parte dei Riformisti, non tutti convergenti sul candidato (civico anche lui) Massimo Sportelli. Componenti, entrambe, che invece male si sposerebbero con l’appoggio a un Valentini-bis.
L’attuale sindaco — adesso più che mai convinto di essere, come ha più volte ripetuto, «più apprezzato fuori dalle stanze del potere, che dentro» — non molla la presa. Aveva dichiarato poche settimane fa di essere a lavoro su una lista civica — si chiama inCampo — da mettere a sostegno della propria candidatura e della coalizione, ma adesso sembra più che mai deciso ad andare fino in fondo, anche se il Pd optasse definitivamente per metterlo da parte. Magari per riaprire un dialogo proprio con l’ex sindaco? «Lo escludo — afferma Piccini — ognuno fa il proprio percorso. Io vado avanti con il mio progetto, la mia squadra e i miei contenuti su cui sono pronto a confrontarmi in modo aperto».
Venerdì 23 Febbraio 2018, Corriere Fiorentino. corrierefiorentino.corriere.it/