Anna Maria Merlo, PARIGI
Migliaia di persone a Parigi, a otto giorni dal ballottaggio, nel corteo anti-estrema destra ieri pomeriggio, mentre Extintion Rebellion ha l’intenzione di bloccare la circolazione attorno alla Porte Saint-Denis anche nei prossimi giorni e manifestazioni in più di cinquanta città di provincia che hanno risposto all’appello di una settantina di associazioni di sinistra. Tante persone, 22mila in tutta la Francia, ma molte meno e in un clima diverso da vent’anni fa, nel 2002, quando il corteo nella capitale aveva avuto tutt’altra forza contro Jean-Marie Le Pen.
OGGI, CONTRO LA FIGLIA Marine, con un rischio accresciuto e reale di arrivare alla vittoria al ballottaggio domenica prossima, c’è da un lato la diffusione delle idee di estrema destra nella società, diventate quasi banali, che ha permesso il risultato della candidata al 23%, dall’altro il rigetto del presidente Emmanuel Macron da parte di una percentuale non trascurabile di chi si dichiara di sinistra e che al primo turno ha votato per il leader dell’Union populaire, Jean-Luc Mélenchon (22%).
Nella manifestazione di Parigi, opposizione frontale a Le Pen, e al tempo stesso grande ostilità a Macron: «Boicottaggio del secondo turno: astensione massiccia», dice un cartello, il voto del corteo difatti è piuttosto l’astensione che lo sbarramento con una scheda per Macron, che alcuni comunque sceglieranno ma solo «a malincuore».
UN GIOCO PERICOLOSO, hanno ripetuto in queste ultime ore varie personalità del mondo del cinema, della cultura. Un appello firmato da responsabili di luoghi culturali descrive il rischio: «Da un lato, un mondo vivo, imperfetto, aperto, che porta in se stesso la differenza come principio attivo, dall’altra un mondo chiuso, mortifero, soggiogato dal fantasma identitario». C’è la guerra in Europa, Le Pen parla di alleanza con la Russia dopo la guerra e deve dei soldi a una banca legata al presidente Putin, ma nei cortei l’aggressione russa all’Ucraina passa in secondo piano.
C’È UN RISCHIO VITALE per la costruzione europea, ma non sembra essere un tema di interesse tra l’elettorato giovane, come se la Ue fosse una cosa scontata, pur sollevando critiche specifiche. Il discorso nazionalista è un veleno ormai diffuso, anche in forme mascherate, è successo con la Brexit. «Non si prova Marine Le Pen, non si prova il fascismo», ha detto la regista teatrale Ariane Mnouchkine.
MARINE LE PEN ha definito «antidemocratiche» le manifestazioni di ieri. Emmanuel Macron ha tenuto un comizio a Marsiglia, dove ha dedicato la maggior parte del discorso all’ecologia: si è impegnato per una «reinvenzione» nei prossimi cinque anni, ha detto che nominerà un primo ministro «direttamente incaricato della programmazione ecologica», con due responsabili della «pianificazione ecologica territoriale» e della «pianificazione energetica».
PER IL PRESIDENTE-CANDIDATO, il 24 aprile sarà «una scelta di civiltà», un voto a favore o contro l’Unione europea. Macron afferma di voler fare della Francia «la prima nazione a uscire da gas, petrolio e carbone» e ha evocato la carbon tax alle frontiere della Ue. Un tentativo di recupero sul fronte climatico, visto che nella campagna del primo turno, globalmente solo il 5% del tempo dei candidati è stato dedicato a questo tema centrale, soprattutto per l’elettorato giovanile, che si è astenuto al 42%. Le Pen ha affermato che non rispetterà il Green Deal europeo, che farà uscire la Francia dal mercato dell’elettricità della Ue, difende l’automobile in città, anche quelle più inquinanti, sopprimerà le norme che nel prossimo futuro dovrebbero impedire di affittare alloggi che non rispettano le norme termiche, vuole «smantellare» le pale eoliche già installate, oltre a bloccare ogni programma che non sia il nucleare.
L’ULTIMO SONDAGGIO dà delle intenzioni di voto ravvicinate, c’è una decina di punti di differenza (55-45), ma Macron è in leggero calo, Le Pen in ripresa. La chiave del risultato è nelle mani degli astensionisti e di chi ha votato Mélenchon, che ha chiesto ai suoi 310mila militanti di scegliere in un voto online, ma solo tra astensione e Macron. Secondo l’ultimo sondaggio, il voto Mélenchon al primo turno al secondo sarà al 51% per l’astensione, al 33% per Macron e al 16% per Le Pen. Il 59% di chi ha votato il verde Jadot voterà Macron (34 astensione, 7 Le Pen).