Palio, una vittoria di rincorsa L’Onda travolge la Chiocciola.

La rimonta di Brigante su Porto Alabe, entrambi al primo trionfo.

È l’Onda che travolge Piazza del Campo e riporta a casa il drappellone dedicato allo scultore senese dell’Ottocento Giovanni Duprè, nato proprio nel rione dell’Onda 200 anni fa. L’impresa, che resterà scolpita nella storia del Palio — proprio come le opere neoclassiche di Duprè — soprattutto in virtù del sorpasso magistrale ai danni della battistrada Chiocciola al terzo giro, porta la firma di un giovane fantino sardo, Carlo Sanna detto Brigante, che ha condotto con sagacia e fermezza Porto Alabe. Entrambi alla prima vittoria, conquistata senza alcuna considerazione nei pronostici.

Perfino i Contradaioli dell’Onda, al momento di ricevere in sorte Porto Alabe, lo avevano accolto senza enfasi. Mentre a luglio, quando era andato ancora nell’Onda, Porto Alabe era stato invece accolto con entusiasmo. La freddezza aveva una sua logica: mentre nel lotto livellato in basso di luglio, Porto Alabe poteva giocarsela, si riteneva che in mezzo a barberi già vittoriosi, come quelli scelti per la carriera agostana, un cavallo di 9 anni non fosse tra le punte.

E invece ogni pronostico è stato sovvertito, in un Palio combattuto solo da tre Contrade, Chiocciola, Onda e Valdimontone. Corso in nove perché a poche ore dalla carriera, l’evidente zoppia all’anteriore destro del cavallo della Lupa, Quore de Sedini, porta il Collegio Veterinario a certificarne l’impossibilità di correre. Con un pretendente in meno, così, prendono ancora più quota, nelle ultime ore di attesa, le possibilità dei tre favoriti: il Valdimontone con Sarbana vittoriosa a luglio e il pistoiese Jonathan Bartoletti detto Scompiglio che può centrare il record delle quattro vittorie consecutive, riuscito solo a tre fantini dell’Ottocento; l’Istrice, liberato dalla presenza dell’avversaria Lupa con Tittia e Morosita Prima, e la Torre con Brio e Polonski.

Ma lo storytelling del Palio parlato, viene prepotentemente sovvertito dalla realtà di una carriera che vede almeno provarci, tra i favoriti, solo il Valdimontone. All’Istrice tocca la rincorsa e subisce quindi tutto il peso di una partenza ad handicap. La Torre, che sceglie di stare sempre in retrovia ai canapi, subisce l’assalto alla mossa dell’Oca con Bighino e Renalzos. Così, quando Tittia decide di partire, l’Oca si volge addirittura all’indietro per frenare irrimediabilmente la rivale con una manovra di ostruzione. Là davanti sono altri i protagonisti, quelli che nel sorteggio dei posti alla mossa, occupano le posizioni più basse: in testa balza la Chiocciola con il giovane Elias Mannucci detto Turbine e Solo Tue Due, seguita da Onda e Valdimontone. Tutti gli altri appariranno subito tagliati fuori, con Luigi Bruschelli nel Bruco che cade, così come il Bighino nell’Oca. E addirittura nelle retrovie, finiranno anche sul tufo, già al primo Casato, Torre e Istrice, con Morosita Prima che si infortuna al posteriore destro, tanto da dover essere poi trasportata alla clinica veterinaria del Ceppo per gli accertamenti. Il fantino della Torre è furioso con quello dell’Istrice e appena si rialza dalla caduta, lo rincorre con il nerbo.Ma la rincorsa vera è quella della Onda, verso il trionfo. Nei primi due giri la danza la conduce la Chiocciola. Turbine pare sicuro e in grado di sfruttare al meglio le potenzialità del suo cavallo. Oltretutto, subito dietro, Montone e Onda, si superano più volte a vicenda, con Brigante, che usa anche il nerbo contro Scompiglio, mai, comunque, apparso in grado di fare la differenza con la sua Sarbana come aveva fatto a luglio.

Così Brigante, può predisporsi alla doppia manovra decisiva. Alla seconda curva del Casato, prima si libera definitivamente del Montone, con un sorpasso dall’interno; poi invece si sposta sulla traiettoria esterna e all’inizio del terzo giro prepara l’assalto alla Chiocciola. Brigante si accorge che il suo cavallo ha ancora energia, mentre quello della Chiocciola appare sfibrato dalla corsa di testa. E allora il fantino dell’Onda capisce che quei metri in più da percorrere nella traiettoria esterna non sono un problema. La manovra riesce in pieno prima dell’ultima, infida curva di San Martino, che definisce senza appello, la gerarchia della carriera. Trionfa l’Onda, a nerbo alzato, davanti alla Chiocciola e al Montone. Giovanni Duprè torna a casa. Nel drappellone dedicato allo scultore ondaiolo, la pittrice Sinta Tantra ha voluto riprodurre la statua di Saffo, poetessa antica che scriveva: «Sono qui nell’anticamera del Paradiso». Gli ondaioli, ora, sanno, cosa vuol dire.

Daniele Magrini

 

  • Giovedì 17 Agosto, 2017
  • CORRIERE FIORENTINO