La posizione di Per Siena sulla vicenda Mps
L’unica certezza, per il Monte dei Paschi, si chiama Padoan: prima da Ministro ha salvato la banca, ora da presidente di Unicredit sembra intenzionato ad acquistarla. Il resto sono chiacchiere, come quelle che il sindaco avrebbe intrattenuto nei salotti romani; oppure, quelle fatte nel Consiglio comunale che non hanno portato risultati, se non appena 150 milioni di risarcimento alla Fondazione, a fronte della presuntuosa richiesta miliardaria. Poi ci sono le chiacchiere di chi dice “no allo spezzatino”, “no ai licenziamenti”. Troppo comodo e, soprattutto, troppo tardi. Per anni, e in questi mesi decisivi, non c’è stata nessuna elaborazione strategica e quindi, nessuna proposta.
“Per Siena”, oltre un anno fa – unico soggetto presente in Consiglio comunale – aveva lanciato una proposta operativa: l’ipotesi della banca pubblica d’investimenti, che in Italia manca ma che ha successo in Francia, Spagna, Inghilterra e in altri Paesi, ed è prevista dall’Unione europea. Questa è una soluzione seria e praticabile, ma potrebbero essercene altre. L’importante è individuare un progetto unitario, alternativo alla vendita o, meglio, svendita a una grande banca italiana dentro una manovra che mescolerebbe politica, affari, finanza. Certo, è molto più facile dire solo dei no, fare dei roboanti annunci senza fondamento, che non risolveranno problemi e minacce: la prospettata fusione con Unicredit comporta almeno 6.000 esuberi per entrambe le banche. Serve un’alternativa credibile, evidentemente, e una situazione di premessa: che almeno in questo decisivo, quasi drammatico momenti, si riesca a unire le forze, a fare squadra, per condizionare le scelte. La stessa situazione elettorale può essere d’aiuto, nella ricerca di una politica unitaria, di punti di incontro in una mediazione tra gli enti locali, le istituzioni nazionali e il futuro parlamentare del territorio. Finora le divisioni nette, la mancanza di dialogo, non hanno consentito nemmeno di affrontare i problemi.