Centinaia di stampe di Lichtenstein e Warhol vengono riprodotte e vendute sul web. E il mercato corre ai ripari
di Milton Esterow
ABasilea, le autorità svizzere stanno mettendo sotto accusa un esperto locale di arte che, secondo loro, avrebbe venduto centinaia di stampe false, spacciate online negli ultimi dieci anni come opere di Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Paul Klee, Pablo Picasso e altri artisti ancora. A New York, Adrienne R. Fields ormai trascorre buona parte del suo orario lavorativo settimanale su internet, a cercare stampe false che, di sito web in sito web, spuntano fuori una dopo l’altra in quantità. È la responsabile del dipartimento legale dell’Associazione per i diritti degli artisti, che tutela i diritti sulla proprietà intellettuale degli artisti e le loro opere. Ted Feder, presidente dell’Associazione, dice che «Adrienne ci segnala un sito web da chiudere tutti i giorni ».
Queste due città, distanti migliaia di chilometri, sono entrambe agli avamposti della guerra alla vendita di stampe false. È dagli albori di internet che il problema delle opere taroccate e commercializzate non fa che aggravarsi, dicono gli esperti, e le prime a essere create dai falsari nel regno dell’arte sono le stampe, relativamente facili da copiare, spesso difficili da smascherare e di solito messe in commercio a un prezzo basso, quello che basta ad attirare acquirenti senza esperienza e privi della capacità di distinguere il vero dal falso. Secondo fonti delle forze dell’ordine di Stati Uniti ed Europa, però, il problema ormai sta raggiungendo una portata inaudita.
«Negli ultimissimi anni abbiamo confiscato centinaia di opere contraffatte che falsari e negozianti disonesti assicuravano essere opere di Lichtenstein, Georg Baselitz, Picasso e altri artisti: provenivano da Italia, Spagna e Portogallo» dice Elena Spahic, una funzionaria della polizia bavarese di Monaco specializzata in opere d’arte contraffatte.
Timothy Carpenter, agente speciale e soprintendente del team reati d’arte del Federal Bureau of Investigation, ha detto che la proliferazione di vendite online di opere d’arte ha intensificato il problema. «Prima si doveva cercare uno sbocco sul mercato, ma l’e-commerce ha cambiato radicalmente i giochi» ha detto. Le stampe false più comuni sono quelle attribuite arbitrariamente a Lichtenstein e Warhol, dicono gli esperti, ma i falsari hanno già immesso sul mercato anche una moltitudine di opere contraffatte di Picasso, Klee e Gerhard Richters, come pure altre attribuite a Marc Chagall, Joan Miró, Salvador Dalí e Henri Matisse.
I progressi nelle tecniche di riproduzione fotomeccanica di fatto hanno facilitato il compito ai falsari intenzionati a produrre stampe finte facilmente ingannevoli. «Una riproduzione davvero eccellente può ingannare un gran numero di esperti», dice John Szoke, mercante d’arte di Manhattan che si occupa prevalentemente di stampe di Picasso e di Edvard Munch. Secondo lui, smascherare le stampe false non è tanto facile. «È indispensabile esaminare il colore della carta, la qualità dell’opera grafica, le condizioni della stampa e confrontarli con l’originale. E, ovviamente, servono anni e anni di esperienza nel settore».
Con il termine assai ampio di “stampa” si definisce di solito una molteplicità di opere di arte grafica tra cui acqueforti, litografie e xilografie prodotte in edizione limitata con una serie di procedimenti diversi. In ciascun caso, l’artista crea un’immagine e lavora con un editore o stampatore per produrre il numero di stampe deciso, e spesso alla fine distrugge la lastra, la pietra o il supporto ligneo usati per produrle.
Spesso gli artisti firmano e numerano ogni stampa con una sigla che attesta, per esempio, che quella è la dodicesima copia di duecento (12/200).
Le stampe contraffatte, d’altro canto, in genere sono riproduzioni fotomeccaniche degli originali. I falsi sono prodotti da persone che non hanno rapporti con l’artista che li ha creati, ma sono venduti e commercializzati come se fossero loro opere. Spesso alle stampe sono allegati falsi certificati di autenticità o sono apposte firme false dell’artista. È questo il caso di molte stampe vendute illegalmente come opere di Lichtenstein. L’artista della pop art ha prodotto circa 300 stampe ottenute da diverse immagini. Alcune risalgono alla sua prima personale allestita agli inizi degli anni Sessanta presso la Galleria Leo Castelli, quando alcune stampe non firmate dei suoi personaggi da fumetto con soldati e bionde seducenti furono distribuite gratuitamente nella galleria per attirare l’attenzione sulla mostra. Altre furono arrotolate e spedite ai collezionisti. Le stampe create da litografie, però, hanno acquisito sempre più valore col passare del tempo, soprattutto una edizione limitata di appena 300 esemplari firmati direttamente da Lichtenstein. Oggi ciascuna di esse può essere venduta ovunque per una cifra compresa tra i cinquemila e gli ottantamila dollari. È risaputo che, volendo arricchirsi grazie al loro valore in forte aumento, i falsari hanno preso quindi una stampa Castelli, vi hanno apposto una firma falsa, hanno creato un certificato di autenticità fasullo e hanno presentato il tutto come un’opera firmata appartenente alla serie in edizione limitata. Le stampe così contraffatte sono state vendute anche a 50mila dollari.
L’asse ereditario della famiglia Lichtenstein, secondo quanto ha dichiarato un suo rappresentante, ha inviato ai venditori delle stampe riconosciute come contraffatte alcune ingiunzioni per invitarli a cessare l’attività da falsari e desistere dalla vendita, e poi si è rivolta all’FBI. Le più importanti piattaforme commerciali online come Amazon, eBay ed Etsy dicono di aver creato protocolli per escludere dalla vendita le opere contraffatte e di avere l’intenzione di salvaguardarsi di più. Nonostante ciò, Fields ha detto che ancora molte, troppe opere contraffatte riescono ad intrufolarsi nei vari siti online.
Alcuni falsari tornano in attività, addirittura dopo molteplici arresti. Vincent Lopreto è stato in carcere tre volte per vendita di opere d’arte contraffatte, spesso stampe false di Damien Hirst. Al momento sta scontando una pena in una prigione statale di New York dopo una condanna del 2017 per furto e frode aggravati. Nel 2015, l’ultima volta che è stato scarcerato, nel giro di appena 15 giorni Lopreto è tornato a vendere opere false: lo afferma l’ufficio legale del distretto di Manhattan che lo ha già incriminato due volte.