di Pierluigi Piccini
La delibera presa dall’amministrazione sull’iniziativa contro l’attuale Papa e per bollare i presunti rapporti fra politica e i fatti successi a Bibbiano, è chiaramente un errore. Ad essere consapevoli del madornale errore sono, per primi, i consiglieri comunali di maggioranza e lo stesso De Mossi. Il riconoscimento sta nella corsa a trovare dei soggetti che potessero sostituire il Comune nei costi dell’iniziativa, e nella copertura ideologica che si cerca di dare con l’argomento del superamento del pensiero unico legato alla sinistra che ha governato la città. Si cerca, cioè, di giustificare la delibera a posteriori e nello stesso tempo di superarla. La decisione del sindaco e della giunta non fa altro che sostituire, proprio perché presa con i presupposti sopra indicati, di sostituire un pensiero unico politico con un altro ancora tutto politico. Atto che per gli invitati e per gli argomenti trattati, durante l’iniziativa al Santa Maria della Scala non può che configurare l’attuale amministrazione come appartenente alla “dottrina” di destra. L’amministrazione è riuscita con questa decisione a dividere Siena, a schierarsi politicamente e al contempo a mettere di nuovo in relazione un mondo progressista variopinto che per diverse ragioni non trovava più argomenti condivisi. Quest’ultimo fatto potrebbe aprire un percorso anche in previsione delle prossime elezioni regionali. Ma ancora più interessante, in prospettiva è la decisione della Consulta sul Di referendum proposta da Mateo Salvini, che ha di fatto sepolto la Seconda Repubblica e introducendo il proporzionale aprire alla terza. Da oggi non sarà più come prima: i partiti che conosciamo cambieranno e negli stessi schieramenti si apriranno le contraddizioni. Si sta verificando ciò che alcuni analisti avevano ipotizzato: il ritorno, dopo la parentesi dell’esperienza populista, alla divisione destra-sinistra. La distinzione tra destra e sinistra è tutt’altro che irrilevante, come dimostrano i dati Itanes del 2018. Ma non sarà tutto come prima anche nelle proposte e nelle iniziative. C’è un mondo che vuol essere protagonista, che fa riferimento al civismo, al cattolicesimo di Francesco e al volontariato, che si sta ritrovando. Un mondo che si riconosce anche nella critica ai fatti di ieri al Santa Maria della Scala. Di questo non si può non “ringraziare” De Mossi.