«Niente allerta, perché?» A Livorno scontro sul piano di emergenza: è fermo da nove mesi.

Livorno Il corpo di Martina Bechini, la penultima dei dispersi della tragedia di Livorno, viene portato via dal giardino privato dove è stata ritrovata, sotto al fango, dai carabinieri e dai volontari della Protezione civile ieri alle 16,30. Le lacrime e la commozione dei tanti presenti, non potendo sfogarsi altrimenti, si trasforma in un applauso. Il giardino è lungo il Rio Ardenza, vicino ai Tre Ponti, distante un km dal luogo della scomparsa, via Garzelli. Manca ancora all’appello il 67 enne Gianfranco Tampucci. La Capitaneria di porto lo sta cercando anche in mare, mentre la città prova a risollevarsi, nonostante le polemiche.

Tutto ruota su «l’informazione preventiva», su quanta e su come dovesse essere fatta, anche se l’evento resta comunque eccezionale per le dimensioni di acqua caduta in così poco tempo. Ma la domanda resta: perché, con l’allerta arancione in corso, non è stato attivato un «Alert system» anche con sms a tutti i cittadini? Dopo alcuni fuochi mattutini tra il sindaco Filippo Nogarin e il presidente Enrico Rossi, al termine dell’incontro con il ministro Gian Luca Galletti all’Unità di crisi pareva che fosse stata raggiunta almeno una tregua: parliamone poi, ora pensiamo all’emergenza era stato il senso, accogliendo così l’invito del premier Gentiloni che aveva chiesto «collaborazione senza polemiche». Ma a rinfocolare lo scontro arriva il vescovo di Livorno, Simone Giusti. «Le persone lamentano di non essere state avvertite, c’è molta rabbia. Forse sarebbe stata necessaria un’accortezza maggiore. Bisogna appurare la verità» e se le «procedure d’allerta» non sono adeguate «forse bisogna sottoporle a revisione». Non solo, perché si scopre che il Piano di Protezione civile comunale di Livorno prevederebbe proprio l’alert system com sms anche in caso di allerta arancione. La giunta grillina ribatte: «Quello in vigore (del 2011 ndr ) non parla di Alert system, a differenza di quello che è in via di approvazione, per il quale la giunta ha fatto tutti gli atti ma è fermo in Consiglio comunale (a maggioranza Cinquestelle, ndr ) da nove mesi e anche quello in fase di approvazione non parla di automatismo: la scelta dipende da una analisi che deve essere effettuata dal dirigente della Protezione civile comunale».

Quel margine di discrezionalità su cui si interroga anche il capo della protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, anche lui presente ieri a Livorno per un incontro in Prefettura: «Non spetta a me la valutazione su cosa dovesse essere fatto a Livorno ma era stata data un’allerta arancione che prevede una serie di interventi da parte dei sindaci». Anche Galletti, oltre ad assicurare l’impegno del governo, ha chiesto di andare verso «un servizio di allerta meteo nazionale».

Al netto delle polemiche, in città si respira voglia di scuotersi di dosso il dolore e il fango. Tanti i volontari, sia «autonomi», che «ufficiali», ormai arrivati a 500. Rossi ha anche chiesto l’arrivo dei soldati delle Folgore e dei loro mezzi del genio militare: ci saranno. Ma soprattutto ha chiesto «poteri speciali» al governo «perché con i procedimenti ordinari non ne usciamo». Poteri come quelli per l’alluvione in Veneto e il terremoto in Emilia Romagna, «con interventi da 200 e 300 milioni». Insomma, ci vogliono fondi altrettanto consistenti. Galletti si dice pronto a sostenere la richiesta, così come quella della decretazione dello stato di emergenza nazionale, «siamo pronti a riconoscerlo», dice Galletti.

Da ieri, intanto, a Livorno è scattato il lutto cittadino: durerà fino ai funerali di tutte le vittime. Messaggi di solidarietà arrivano dal mondo dello sport, dal mister bianconero Massimiliano Allegri alla Fiorentina anche attraverso l’hashtag: «#coraggiolivorno, siamo con voi».

Marzio Fatucchi (ha collaborato Giacomo Salvini)