Comunicato stampa del 5 luglio 2020
Niente obbligo di chiusura delle camere per 24 ore, ma non per il Comune
SIENA – Se il Comune estende un provvedimento restrittivo nei confronti degli affittacamere, come quello che impone 24 ore di sanificazione e areazione di una camera prima di affittarla a nuovi clienti, la scelta può essere errata, perché estende ad attività marginali ciò che il Governo aveva previsto solo per le altre categorie della ricettività. Se poi non cancella il decreto sindacale, affermando che è superato dai fatti e non informa gli interessati quando le normative nazionali e regionali rendono lo stop di un giorno e una notte superati, allora perseverare in questo atteggiamento diventa ancora di più discriminante.
Tant’è che, a quanto ci risulta, molti affittacamere continuano con l’eccesso di attenzioni e prevenzione verso i cliente, essendo ignari di normative che cambiano e, talvolta si contraddicono tra i livelli statali, regionali, locali. Ci proviamo noi, allora, del movimento Per Siena, a informarli, visto che il Comune è inerte. Ma il problema non è solo questa assenza di trasparenza, e di comunicazione. Se un ente vuole aiutare chi è sottoposto a tasse e regole, e a costi maggiori per fornire il servizio di accoglienza come gli albergatori, non sembra il massimo mettere dei paletti nei confronti di chi, legittimamente, ospita turisti per integrare un reddito e affittare camere attraverso Airbnb. La giustizia impone regole uguali per tutti, e non può essere bilanciata punendo chi sembra essere in una posizione privilegiata. Se privilegi ci sono si tolgono solo con nuove regole, in uno Stato di diritto. Quindi applichiamole, le normative vigenti. Dunque, servirebbero controlli tutto l’anno, oppure verificare chi fa una attività in regola con controlli incrociati su appartamenti che magari risultano sfitti e poi li troviamo in offerta su Booking o Airbnb. Bisogna vigilare sui permessi, su chi versa la tassa di soggiorno e chi denuncia regolarmente gli ospiti. Il dilagare di Airbnb, che ha ormai svuotato di centri storici di Firenze e Venezia, non si argina con interventi a posteriori sull’esistente, che non limitano alcunché, ma con destinazioni d’uso previste dai piani urbanistici delle abitazioni, con politiche di incentivo per far tornare le giovani coppie di senesi e contradaioli nei propri rioni di origine. Magari, anche con la destinazione di nuovi ostelli a studenti (in autunno e inverno) e giovani turisti (in estate) per incentivare una presenza costante di chi apprezza la cultura e spende nel territorio, rappresentando al tempo stesso un investimenti: in teoria, saranno tutti futuri visitatori, quando avranno una posizione lavorativa stabile e, magari, una famiglia.