ELISABETTA BERTI
Schmidt annuncia il calendario degli eventi previsti nel 2019 e incassa l’augurio per un nuovo mandato da Paolucci e Nardella Il direttore dovrebbe lasciare a ottobre: “Qui c’è ancora molto da fare…”
C’è ancora tanto da fare » dice il direttore degli Uffizi Eike Schmidt presentando le mostre che il museo fiorentino ospiterà nel 2019. Lo dice al termine di un anno ricco di novità, dal riallestimento delle sale alla messa a punto di un sistema “ abbatti coda”, dall’annuncio dell’imminente riapertura del Percorso del Principe all’aver cambiato il volto dell’autunno « da bassa stagione a media stagione, con 170mila visitatori finora totalizzati dalla mostra sul Codice Leicester e dopo essere riusciti ad attirare tanti visitatori del Sud Est asiatico: una cosa che non era mai successa prima » . Ma c’è ancora tanto da fare secondo il direttore, il cui mandato scadrà il 31 ottobre 2019 e che è già stato chiamato al Kunsthistorisches museum di Vienna: « Peccato – dice Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni culturali e già sovrintendente del Polo museale fiorentino – oggi gli Uffizi sono esattamente quello che dovrebbe essere un grande museo: un laboratorio e una vetrina insieme, e per questo sono grato a Schmidt. Secondo me dovrebbe rimanere, ma la decisione è la sua » . Stessa opinione per il sindaco Nardella, secondo cui « non si può cambiare davvero una città in cinque anni. Così come io da sindaco ho chiesto ai fiorentini di avere fiducia e una spinta per i prossimi cinque anni, lo stesso vale per il direttore del più importante museo d’Italia, cioè ottenere un secondo mandato » .
Schmidt, più volte l’ha detto, ama stare a Firenze, ma la decisione finale spetta al ministero, che può concedere una proroga per altri quattro anni o aprire un nuovo bando. Intanto per il prossimo anno vengono annunciate quindici nuove mostre, cinque delle quali dedicate all’arte moderna e contemporanea, con grandi nomi come Kiki Smith, Antony Gormley e Tony Cragg, « proposte di grande interesse per tutti, dai bambini agli specialisti » . Con due temi principali a fare da filo conduttore: l’arte tessile, tra le più alte testimonianze del Rinascimento, e l’omaggio a Cosimo I de’ Medici, di cui nel 2019 si celebrano i 500 anni della nascita. Al primo Granduca è dedicato un trittico di mostre che apriranno il 6 giugno: agli Uffizi I cento Lanzi del Principe sulla storia dei Lanzichenecchi, responsabili dell’ordine nella corte medicea, una comunità che lasciò una forte impronta culturale, sociale artistica, a cui hanno dedicato anni di ricerche gli studiosi internazionali del Medici archive project; a Palazzo Pitti invece Una biografia tessuta, ossia la storia del governo di Cosimo raccontata da una doppia serie di otto arazzi prodotti nell’arazzeria medicea, e Il villano e la sua botticella, con la statua di Giovanni di Paolo Fancelli che probabilmente fu la prima scultura realizzata per il giardino di Boboli. A Palazzo Pitti, al futuro Museo delle Carrozze, sarà esposta la recente acquisizione Il carro d’oro di Johann Paul Schor, la rappresentazione del corteo carnevalesco del principe Borghese per il giovedì grasso del 1664 ( Galleria Palatina, dal 20 febbraio), e del tutto inedita è anche la mostra Tutti i colori dell’Italia ebraica
( aula Magliabechiana, dal 27 giugno) realizzata in collaborazione con il Museo ebraico di Roma sul rapporto tra il mondo ebraico e i tessuti. L’arte tessile sarà il fil rouge del 2019 sin dalla prima mostra dell’anno, Animalia fashion ( Museo della moda e del costume, dall’ 8 gennaio), sul mondo zoologico come fonte d’ispirazione per la moda, e toccherà la mostra di Kiki Smith ( Galleria d’arte moderna, dal 14 febbraio), femminista militante, di cui saranno in mostra arazzi e sculture. Il 30 agosto, a un anno dal crollo del soffitto di San Giuseppe dei falegnami a Roma, aprirà I cieli in una stanza, sui soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento, e infine la grande mostra del prossimo autunno sarà su Pietro Aretino ( dal 26 novembre), grande intellettuale del Cinquecento e sostenitore della “ maniera moderna” da cui emersero Raffaello e Michelangelo, il cui mondo verrà ricostruito con un centinaio tra dipinti, sculture, arazzi, miniature e libri.