Munzir e Mustafa oggi a Siena «L’obiettivo è un futuro qui»

Alla famiglia siriana della foto simbolo una casa della Curia e i 100 mila euro raccolti

Aldo Tani

 

siena È un cerchio che si chiude. Siena ha fatto conoscere la loro storia e ora è pronta ad aprire loro le porte. Oggi Munzir e Mustafa, simboli del dramma siriano, arriveranno in Toscana. Un traguardo che sembrava impossibile fino a pochi mesi fa, quando il «Siena international photo awards» premiò lo scatto del fotografo turco Mehmet Aslan. Quel padre senza la gamba destra che solleva il figlio di 5 anni privo degli arti fece il giro del mondo. «È un sogno che si avvera — dice Luca Venturi, fondatore e direttore artistico del festival fotografico, intento nei preparativi — Fa piacere pensare che tutto sia partito da Siena e, grazie alla generosità di tante persone, per loro ci possa essere un futuro qui da noi».

Il viaggio in Italia è solo il primo passo di un progetto più ampio che riguarda Munzir, la moglie Zeibab e i tre figli. L’Arcidiocesi di Siena ha messo a loro disposizione un alloggio e provvederà anche ai pasti. Saranno inoltre affiancati da un mediatore culturale per facilitare l’inserimento. Dopo avere terminato i 15 giorni di quarantena, Munzir e Mustafa inizieranno il percorso per svolgere le operazioni presso il Centro protesi Vigorso di Budrio. «Vogliamo fare un passo alla volta — continua Venturi — Si troveranno catapultati in un contesto differente e immagino che ci sarà grande curiosità. La nostra intenzione è fornire loro degli strumenti per stare qui da noi». Per garantire loro un po’ di protezione, gli organizzatori del viaggio non hanno voluto fornire ulteriori particolari sull’arrivo. Una volta a Siena, entrerà in gioco la Curia. La priorità è l’insegnamento della lingua italiana. Un passaggio fondamentale per consentire alla madre di lavorare e alle figlie, di 2 e 4 anni, di andare a scuola. «Il nostro unico obiettivo è l’integrazione — spiegano dall’Arcidiocesi — Non vogliamo che si sentano recintati o guardati con sospetto, va superato l’ostacolo linguistico. L’impegno è garantire loro la permanenza in Italia». Siena per la famiglia Al-Nazzal potrebbe non essere solo un passaggio intermedio. Quando qualche mese fa fu prospettata l’idea di un viaggio in Italia per gli interventi chirurgici, gli organizzatori avviarono una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme: le donazioni hanno superato i centomila euro e rappresenteranno un aiuto concreto per iniziare un progetto di vita. Finalmente lontano dall’eco delle bombe e dalle atrocità della guerra.

 

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