Mps tratta con Bce la pulizia sui conti Il timore di un aumento più pesante

La relazione di Profumo e Viola al board. Ubs stima un rosso da 2,8 miliardi
Maxi-accantonamenti sui crediti nel quarto trimestre per Mps, una perdita annua stimata attorno a 2,8 miliardi dagli analisti del suo principale advisor, Ubs, e l’attesa dell’accordo definitivo con la Bce sulla proposta di rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi. È complesso lo scenario su cui si aprirà oggi il board a Siena. Il presidente Alessandro Profumo e il ceo Fabrizio Viola riferiranno sull’esito del confronto di ieri a Francoforte con la vigilanza europea guidata da Danièle Nouy che deve approvare il piano per colmare il deficit patrimoniale emerso con la verifica dei bilanci (Aqr) a fine ottobre: mancano 2,1 miliardi che vanno coperti con un aumento da 2,5 miliardi. E spiegheranno anche come Mps affronterà la nuova soglia di patrimonio indicata dalla Bce a un «preliminare» 14,30%. La combinazione di questi fattori sarà determinante per il futuro prossimo del Montepaschi. Tra capitale al 30 settembre (12,8% come core tier 1), aumento da 2,5 miliardi e rimborso dei Monti bond (1 miliardo) Mps rispetterebbe già adesso la richiesta Bce del 14,3% di capitale. Ma il Monte punterebbe a uno sconto su questa soglia, che in ogni caso potrebbe soddisfare con una forte svalutazione dei crediti, stimata dagli analisti in 3 miliardi (oltre agli 1,2 emersi in Aqr). Mps vorrebbe anche ottenere una riduzione di circa 390 milioni sullo shortfall, visto che lo scenario avverso sul 2014 ipotizzava un utile operativo pre-accantonamenti più basso rispetto a quello effettivo. I soci esteri Fintech e Btg Pactual sono favorevoli alle svalutazioni, anche per rendere Mps più forte in vista di un’aggregazione. I 3 miliardi di rettifiche sarebbero coperti con i 2,5 miliardi di aumento, anche se ieri sul mercato alcuni osservatori ipotizzavano che — in presenza di una pulizia più profonda legata a un eventuale deterioramento dei crediti anche nel quarto trimestre — Mps potrebbe incrementare la richiesta di capitali sul mercato. Anche questo fa parte dell’interlocuzione con la Bce, e Profumo e Viola potrebbero averne discusso ieri in Bce. Fabrizio Massaro