Mps chiude altri cinquanta sportelli. Scomparse già 614 filiali

Mauro Bonciani

 

Prosegue la drastica cura dimagrante di Banca Mps, imposta anche dagli accordi con Bruxelles per l’ingresso dello Stato — oggi azionista al 64% — nella banca senese. Così anche se nel piano 2017-2021 è stato raggiunto l’obiettivo concordato con l’Europa delle chiusure di sportelli, chiudendo ben 614 sportelli, nell’ultimo trimestre Rocca Salimbeni chiuderà altre 50 filiali. Lo scopo è ridurre i costi, lo stesso che ha portato all’uscita volontaria di oltre 3.100 addetti tra il 2017 ed il 2020 e alla recente «razionalizzazione degli uffici di rappresentanza all’estero, con la chiusura della Rappresentanza di Guangzhou, in Cina, nel primo trimestre 2021. Gli sviluppi commerciali della clientela di origine italiana nella zona del Canton sono assicurati dalla filiale di Shanghai e dall’Ufficio di Rappresentanza di Pechino». Nella semestrale pubblicata da Mps si legge anche nell’ambito del piano di ristrutturazione la banca ha venduto immobili per 320 milioni ed ha contratti preliminari per vendere immobili per altri 70 milioni. La semestrale conferma la possibilità di aggregazione con un altro istituto — sono aperte le trattative con Unicredit — come soluzione strutturale ai problemi della banca: questo «rappresenta uno scenario possibile alla luce anche dei consistenti incentivi, nonché dell’accordo tra UniCredit e ministero dell’economia per una potenziale operazione». Ed il possibile aumento di capitale da 2,5 miliardi euro, da attuarsi «nel primo semestre 2022», verosimilmente dopo marzo.

 

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