Monica, la regina del nuoto «Competere mi rende sicura».

PAVIA Nuotare per divertimento non le bastava più. «Avevo voglia di fare anch’io delle gare, come tutte le altre ragazze normodotate». Monica Boggioni è nata diciannove anni fa con una diplegia spastica, una paralisi che colpisce le gambe. «Non avrei potuto competere alla pari, ero troppo svantaggiata, avrei perso in partenza». Nel 2013 è stata avvicinata in vasca da Giulia, due anni più piccola, anche lei disabile, che le ha chiesto se voleva allenarsi con loro, una squadra di atleti paralimpici appena nata, l’Aics Pavia nuoto.

Dopo 4 anni, Monica non solo ha realizzato il sogno di sfidare gli altri a cronometro, è diventata la migliore atleta paralimpica al mondo. Vincitrice con 2.113 punti delle World series, la Coppa del mondo organizzata per la prima volta quest’anno dall’Ipc, il Comitato internazionale degli sport per disabili.

Monica è una fuoriclasse, detiene anche cinque record del mondo nella sua categoria (S4, su una scala di 10: più basso è il numero, maggiore è l’impedimento fisico): 100 e 200 metri stile libero, 50 rana, 50 dorso e 150 misti.

L’agonismo la rende felice: «Quando sono in gara non vedo niente di negativo nella mia condizione. Lo sport ti fa oltrepassare la disabilità, anzi, riesce a farla diventare bellissima, il tuo punto di forza. E mi ha aiutato a essere molto più sicura di me».

Monica è una vera atleta. Adesso che sta preparando i campionati mondiali in Messico, in programma a inizio dicembre, si allena otto volte alla settimana. «Ogni seduta due ore, mercoledì e venerdì doppio allenamento. Domenica riposo». Per conciliare gli studi è costretta a ruotare quattro piscine, tra Pavia e Lodi. Dopo il diploma al classico, si è iscritta al primo anno di Biotecnologie all’Università di Pavia. «Mi piacerebbe specializzarmi nel campo della genetica e dedicarmi alle ricerca, trovare una cura a malattie che ancora non ce l’hanno».

Da un paio d’anni ha iniziato ad avere difficoltà anche agli arti superiori. «Mi hanno diagnosticato una distonia di cui ancora si sa poco. Ho difficoltà a scrivere, ma mi sono adattata. Utilizzo i colori per appuntare un concetto quando leggo un testo, ho creato il mio alfabeto, ognuno ha un diverso significato». Ha uno sguardo solare e un sorriso che non l’abbandona mai. Vede sempre il lato positivo delle cose. «Da quando ho avuto il peggioramento fisico sono passata nella classificazione da S6 a S4. E da quel momento ho iniziato a scalare il ranking mondiale».

Nel poco tempo libero che le rimane tra allenamenti e università, ascolta musica («Mi piace quella pop») e ama uscire la sera con gli amici. Come quelli della sua squadra. «Il nuoto è uno sport individuale solo quando si gareggia, è fantastico lo spirito di gruppo che si crea con i compagni, si instaurano rapporti profondi che vanno oltre lo spogliatoio».

La sezione paralimpica dell’Aics Pavia nuoto è nata cinque anni fa più che da un’idea da una necessità di Davide Bellingeri, carabiniere in pensione e padre di Giulia, la ragazza che avvicinò Monica in piscina. «Anche mia figlia aveva il desiderio di gareggiare — spiega Bellingeri —. Per farlo dovevamo creare un gruppo e affiliarci alla Federazione italiana nuoto paralimpico. Così abbiamo dato vita al progetto “Nuota con noi”. Non facciamo corsi per principianti, la nostra non è un’attività economica, ci rivolgiamo a chi sa già nuotare per dargli la possibilità di misurarsi in competizioni regionali, nazionali e anche internazionali».

Adesso gli atleti dell’Aics Pavia nuoto sono sei, comprese Camilla e Chiara, 15 e 17 anni, che hanno mietuto medaglie agli ultimi Campionati europei giovanili.

«Tra di noi ci divertiamo molto — racconta Monica —. Ironizziamo sulle nostre disabilità e ci facciamo scherzi anche pesanti. Per esempio,io ho alcuni punti nel corpo che se vengono toccati provocano movimenti involontari. Purtroppo le altre sanno dove sono, mi hanno fatto dare degli schiaffoni a persone che erano accanto a me…».

Monica sta preparando le valigie per la prossima sfida, il mondiale in Messico che era previsto a settembre ma è stato spostato dopo il terremoto. «Mi sto allenando bene, le avversarie sono agguerrite ma spero di migliorarmi». Ma già pensa a quello che farà dopo. «Ottenuta la maturità volevo andare in vacanza al mare in Grecia. È da sei mesi che rimando, a gennaio parto sicuramente. Magari non in Grecia, ormai fa troppo freddo».

Sabato 18 Novembre 2017 Corriere della Sera.

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