Non sono ancora chiari i contorni di alcuni massacri che i soldati russi si sono lasciati alle spalle nella loro ritirata dalle zone intorno alla capitale ucraina, che a Kramatorsk, sul fronte opposto, quello orientale dove si dovrebbero concentrare i combattimenti in questa nuova fase della guerra, razzi su civili fuori dalla stazione ferroviaria e in procinto di evacuare, hanno dato vita a una nuova strage. Sono almeno 50 le vittime, da quelle 30 iniziali denunciate dal governatore ucraino della regione di Donetsk.

LE REAZIONI sono state immediate: Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, ha accusato le forze russe di aver preso di mira deliberatamente i civili e ha affermato che nessuna truppa ucraina era alla stazione ferroviaria quando è stata attaccata. In un comunicato, Zelenskiy ha dichiarato che «Questo è un male che non ha limiti. E se non viene punito, non si fermerà mai». L’Ucraina ha subito chiesto una riunione d’emergenza dell’Osce sul bombardamento; «Abbiamo chiesto alla presidenza polacca di convocare una riunione speciale del Consiglio permanente dell’Osce in relazione all’attacco missilistico russo a Kramatorsk», ha fatto sapere la missione permanente ucraina presso le organizzazioni internazionali a Vienna, citata dai media ucraini. Ma ad accusare la Russia un coro unanime, compresa la voce di Biden che ha ribadito l’impegno americano a continuare ad offrire assistenza militare agli ucraini «per difendere il proprio paese».

Non solo perché Biden ha anche specificato che «Dall’inizio della mia amministrazione gli Stati Uniti hanno fatto della consegna di apparecchiature militari all’Ucraina per difendersi dalla Russia una priorità e voglio ringraziare la Slovacchia per la fornitura del sistema S-300 a Kiev… Per consentire questo trasferimento e assicurare la sicurezza, gli Stati Uniti riposizioneranno un sistema di missili Patriot in Slovacchia».

Anche Macron ha commentato le immagini che sono arrivate da Kramatorsk. Su Twitter il presidente francese ha scritto: «I civili ucraini scappano per sfuggire al peggio. Le loro armi? Passeggini, peluche, valigie. Questa mattina, alla stazione di Kramatorsk, le famiglie che stavano per partire hanno vissuto l’orrore. Decine di morti, centinaia di feriti. Abominevole».

SULLA STRAGE anche il commento di Di Maio: quanto accaduto a Kramatorsk – ha detto il ministro degli esteri italiano – fa parte degli «orrori che sta causando l’esercito russo in Ucraina, dobbiamo smetterla di dubitare di questi orrori», ha affermato, avvertendo di prepararsi a una guerra che «non finirà subito».

Diverso, ovviamente, il tenore della reazione di Mosca che accusa Kiev della strage di Kramatorsk. Secondo il ministero della difesa russo riportato da Ria Novosti «Siamo sicuri che le autorità di Kiev non potranno sottrarsi alla loro responsabilità. Ci sono prove della colpevolezza delle forze armate ucraine. Sono stati loro ad armare e usare i missili Tochka-U, i frammenti sono stati trovati sul posto della tragedia; queste azioni disumane del regime di Kiev confermano la validità degli obiettivo dell’operazione militare speciale per demilitarizzare e denazificare l’Ucraina».

In realtà, però, secondo gli esperti militari i missili Tochka-U non sono una prerogativa solo dell’esercito ucraino, perché sarebbero usati anche dai russi; evenienza che pone parecchi dubbi sulla risposta russa, identica a tante altre rivelatesi nel tempo inaffidabili.

PROSEGUONO intanto le indagini su quanto accaduto in altre zone: secondo quanto riportato dal Guardian, a Bucha sarebbero state scoperte altre fosse comuni. Analogamente si analizza il riposizionamento delle truppe russe, che sembrerebbe essere frutto di una fuga piuttosto frettolosa e disordinata. A questo proposito Intanto il Cremlino ha ribadito che l’«operazione speciale» potrebbe «continua, gli obiettivi sono stati raggiunti. Un lavoro sostanziale è in corso sia attraverso i militari in termini di avanzamento dell’operazione, sia attraverso i negoziatori che sono impegnati nei colloqui con le controparti ucraine» e non ha escluso che la fine dell’«operazione speciale» potrebbe essere a breve.