Merkel: «Il segreto per durare a lungo? Provare ancora curiosità per la gente».

Cancelliera, la maggior parte dei politici concordano che influenza e potere a volte hanno l’effetto di una droga. Anche Lei ha sviluppato questa dipendenza?

«Spero di no. Decisamente no».

Helmut Kohl perse l’occasione di ritirarsi dignitosamente dalla scena politica. Non pensa di cadere nella stessa trappola?

«Fino al novembre scorso ho riflettuto sull’opportunità di presentarmi nuovamente alle elezioni. In nessun momento la decisione mi è sembrata scontata e ho tratto la conclusione di possedere la forza necessaria per farlo e di provare ancora curiosità per la gente, per i cambiamenti in corso nella vita e nel Paese, e per le sfide che la politica presenta. Credo che questo sia determinante, non pensare di sapere già tutto».

Ha qualche strategia per scongiurare la tentazione dell’arroganza del potere?

(ride) «Leggo sulla stampa quel che dicono i miei critici».

Davvero?

«In quanto cancelliera, sono — giustamente — sotto la lente del pubblico e dei media. Ed è importante che i miei collaboratori mi dicano sempre come vedono le cose. Un ulteriore buon indicatore è l’umore del mio distretto elettorale. Quando sono lì, cosa che capita spesso, nessuno pare impressionato o emozionato di incontrare il cancelliere. La gente mi dice subito quello che funziona bene e quello che funziona meno bene».

Perché utilizza i velivoli dell’aviazione militare tedesca per gli spostamenti in campagna elettorale?

«In base al nostro regolamento il cancelliere devo poter rientrare a Berlino nel minor tempo possibile. Certo, il partito deve sostenere le spese di questi voli, secondo l’ordinamento. Ogni cosa è trasparente. Nel 2005, quando sono stata io la sfidante del cancelliere Schröder, il quale si servì di un velivolo militare, ho preso l’aereo di una compagnia privata, senza far ricorso a un velivolo militare, benché questo privilegio mi fosse legalmente garantito dalla mia posizione di leader del partito».

L’industria automobilistica in Germania ha sistematicamente ingannato la politica. Hanno sviluppato sistemi computerizzati per produrre risultati fittizi nelle emissioni. Scoperto il trucco, è stato convocato il summit del diesel, il quale ha deciso di rendere obbligatori gli aggiornamenti del software – anche se i partecipanti sapevano benissimo che non sarebbe bastato. Come fanno i tedeschi a credere che i politici sanno tener testa all’industria automobilistica?

«La vostra versione degli eventi è riduttiva. Noi abbiamo spiegato sin dall’inizio che l’aggiornamento del software altro non era che un passo. A seguito dell’aggiornamento, il sistema di scarico verrà controllato a funzionamento pieno, non solo parziale».

Negli Usa, i clienti vittima del raggiro hanno ricevuto 16 mila dollari di indennizzo. Perché in Germania no?

«Lo scopo delle misure che abbiamo adottato è assicurarsi che si eseguano le riparazioni necessarie sui veicoli. I sistemi di controllo delle emissioni devono funzionare come previsto, quando i modelli sono stati approvati. Ecco perché abbiamo imposto alle aziende di richiamare le autovetture. E questo avverrà senza costi aggiuntivi per i clienti».

Ancora una volta, Lei si ritrova d’accordo con l’industria automobilistica.

«Io miro a ciò che è meglio per il futuro dell’industria automobilistica tedesca, che è importantissima, in quanto assicura 800 mila ottimi posti di lavoro. Io guardo a ciò che è bene per i consumatori che oggi sono proprietari di un veicolo diesel e si preoccupano di veder azzerato il suo valore. E non dimentico certo ciò che è bene fare per la protezione del clima e per la riduzione delle emissioni. Talvolta le mie conclusioni sono gradite alle case automobilistiche, altre volte no. Il governo deve soppesare attentamente tutte le opzioni, perché io non voglio che l’industria automobilistica faccia passi indietro rispetto alle posizioni raggiunte oggi. Non sarebbe una cosa buona per il Paese».

Signora Merkel, negli Usa il presidente mostra disprezzo per la magistratura e per i media. Lei pensa che la democrazia stia perdendo slancio nel mondo?

«Mi auguro di no. In tutto quello che faccio, il mio obiettivo è rafforzare la democrazia in Germania e altrove. Come vediamo in Polonia, per esempio,o in Ungheria, è importante avere contrappesi nel sistema democratico. Sono convinta che questi contrappesi siano ancora molto forti in America».

La Cdu ha sempre detto che l’immigrazione deve essere controllata attentamente. L’ascesa della AfD (estrema destra, ndr) non è stata la conseguenza inevitabile della sua politica?

«Nell’estate 2015 abbiamo dovuto affrontare una situazione umanitaria difficilissima.La nostra reazione è stata giusta e ragionevole. Ma poiché la CDU chiede un’immigrazione controllata e ordinata, noi vogliamo risolvere i problemi alla base e combattere i trafficanti di esseri umani — e pertanto abbiamo preso le dovute misure con l’accordo tra la Turchia e la Ue».

È un complimento sentirsi dire (dalla destra) che Lei è il miglior cancelliere socialdemocratico che la Germania abbia mai avuto?

«A sentire il candidato della Spd, non mi sembra proprio di essermi guadagnata quel titolo. Ma siamo seri, gli elettori non hanno bisogno di queste classifiche. Si aspettano che facciamo il nostro lavoro al meglio delle nostre capacità. Ed è quello che sto facendo».

Mercoledì 6 Settembre, 2017