Massimo Carminati appartenente ai Nar(Ansa)Massimo Carminati appartenente ai Nar(Ansa)

La rete di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi catturava vip di ogni genere: politici, alti burocrati, imprenditori del malaffare. I risultati investigativi dei carabinieri del Ros (Reparto operativo speciale) del Lazio, al comando del colonnello Stefano Russo, squarciano il velo su Carminati, ex estremista di destra ed ex della banda della Magliana.

Un boss che con i suoi sodali, tuttavia, per consolidare la sua fama di potere vanta e millanta anche amicizie e contatti inesistenti o mai accaduti. Un potere però con cui raggiunge anche il Parlamento e i vertici di Finmeccanica, oltre a incontrare l’ex presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi. C’è, per esempio, un’intercettazione ambientale negli uffici della Cooperativa sociale 29 giugno, in cui a dialogare ci sono Buzzi e Alessandra Garrone. La conversazione è rilevante, scrivono i carabinieri, in quanto «Buzzi affermava, richiamando asserite confidenze fattegli dal Carminati, che l’intoccabilità di quest’ultimo deriva dal fatto che elargiva “i soldi per Finmeccanica” a esponenti politici di ogni schieramento». Stando a quanto riferisce Buzzi «lo sai che mi dice Massimo? Lo sai perché Massimo è intoccabile? Perché era lui che portava i soldi per Finmeccanica! Bustoni di soldi! A tutti li ha portati Massimo! (…) 4 milioni dentro le buste! 4 milioni! Alla fine mi ha detto Massimo: “È sicuro che l’ho portati a tutti”, a tutto il Parlamento pure a Rifondazione». I due poi discutono del ruolo di Luca Odevaine, vicino all’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni. «Ma se Odevaine c’ha tutta sta roba, ma Veltroni quanta roba c’ha?!» dice Buzzi. Secca la replica dell’ex sindaco della capitale: «Sono canagliate intollerabili, quelerò chiunque darà spazio a queste follie delinquenziali».

La millanteria forse più clamorosa è quella che Carminati fa a proposito di Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d’Italia. All’imprenditore Cristiano Guarnera, Carminati dice: «Chi è diventato un bandito da strada …chi è che si è laureato… (…) quando eravamo ragazzini ci sta Fabio Panetta che è il numero 3 della BCE, quello, l’unico della Banca di Italia che si è portato Draghi, io ci ho fatto le vacanze insieme per tutta la vita è uno dei miei migliori amici, ogni tanto mi chiama…». Netta la replica di Panetta al Sole 24 Ore: «Eravamo da ragazzi nello stesso quartiere all’Eur. Ma posso dire con certezza che non lo vedo nè lo sento da 30 anni almeno». E ancora: l’ex terrorista nero tenta di favorire l’incontro traLuca Gramazio (ex capogruppo Fi alla Regione Lazio, dimessosi) e l’ex candidato a sindaco di Roma, Alfio Marchini. Il tramite sarebbe stato Erasmo Cinque, vicino a Marchini. Replica Marchini: «Erasmo Cinque mi chiese di incontrare il capogruppo di Forza Italia Luca Gramazio. Poi non se ne fece nulla. Cinque potrà confermare che i fatti sono andati esattamente così. Ignoro quali rapporti potesse avere e se li avesse con Carminati, persona che ovviamente non ho mai visto nè conosciuto. Ricordo – rileva Marchini – che il sottoscritto e la mia famiglia sono sempre stati un obiettivo anche al tempo dei rapimenti della famigerata banda della Magliana». Buzzi millanta con Carminati la capacità di entrare in contatto con Micaela Campana (Pd) e persino con il viceministro all’Interno Filippo Bubbico (Pd). In un’ambientale, Carlo Guarany si vanta con Carminati di avere un appuntamento al Viminale con il capo della segreteria di Bubbico. Fatto tuttavia che non sarebbe accaduto mai, tanto che gli stessi carabinieri annotano che «non si hanno riscontri che consentano di confermare che Buzzi si sia effettivamente incontrato con Bubbico o il suo caposegreteria».

Gli accertamenti investigativi del Ros fanno invece luce su un presunto incontro avvenuto fra l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e Salvatore Buzzi, grazie a Gianni Alemanno allora sindaco di Roma. : «Allora Alemanno – riferisce a Carminati – m’ha presentato a Silvio, dicendo: “Ti presento il capo delle cooperative rosse di Roma”». C’è poi la bella vita. Vip come Daniele De Rossi, Gigi D’Alessio, Teo Mammuccari e Belen, tutti “amici” del superboss Giovanni De Carlo, latitante fino a ieri. Mammuccari lo cerca per «sostanze dopanti», Gigi D’Alessio lo invita nella sua villa il giorno dopo un furto milionario di Rolex. Poi un incontro con l’ex calciatore della Lazio, Giuseppe Sculli. Ma ci sono anche «numerosi contatti» di De Carlo con la compagna dei calciatori Mattia Destro della Roma e dell’ex di Blerim Dzemaili, all’epoca in forza al Napoli, e con la coppia Stefano De Martino e Belen Rodriguez.

 

Bankitalia, Panetta: “Scenario italiano degli stress test molto severo”
Circa l’equità degli stress test, dal vice dg di Bankitalia arrivano puntualizzazioni sulle modalità con cui sono stati condotti gli esami. Il quadro macroeconomico in Italia è critico ma sulla solidità bancaria “i risparmiatori possono stare tranquilli”

di A. GRECO, R. RICCIARDI, C. SCOZZARI
Bankitalia, Panetta: “Scenario italiano degli stress test molto severo”
Fabio Panetta, dg di Bankitalia, ha illustrato i dati delle banche italiane
MILANO – “Credo che i risultati siano nel complesso rassicuranti e per noi non inattesi”: ha esordito con questa considerazione generale sull’esito dell’esame condotto dalla Banca centrale europea (Bce) il vice direttore generale della Banca d’Italia. L’authority di via Nazionale è stata chiamata a “correggere” i deficit di capitale individuati dalla Bce sulla base dell’analisi degli attivi (Aqr) e degli stress test, tenendo conto di qualsiasi tipo di rafforzamento patrimoniale intervenuto nel 2014. Considerando questo ulteriore intervento di Bankitalia, gli unici due istituti italiani bocciati sono risultati Carige e Mps, per cui sono stati individuati deficit finale rispettivamente di 814 milioni e 2,11 miliardi di euro.

Panetta, nella conferenza stampa dell’authority di Palazzo Koch che è cominciata alle 13.15 di domenica 26 ottobre e ha seguito quella della Bce, ha sottolineato come lo scenario avverso degli stress test sia stato “appositamente costruito in modo da costituire una vera prova di resistenza delle banche a situazioni estreme”. Nel caso italiano in particolare, “lo scenario è molto sfavorevole perché ipotizza una grave recessione per l’intero periodo 2014-16, dopo quella già sofferta dall’economia italiana nel 2012-13, che faceva seguito a quella del 2008-09; ipotizza inoltre un riacutizzarsi della crisi del debito sovrano. Questo ipotetico scenario utilizzato nella simulazione – sintetizza Panetta – configurerebbe quindi un collasso dell’economia italiana, con gravi conseguenze ben oltre la sfera bancaria”.

Le quindici italiane, caso per caso

Il vice dg di Bankitalia si è soffermato sui due gruppi nostrani che non hanno passato il test: Banca Carige e Banca Monte dei Paschi di Siena, “da tempo all’attenzione della Vigilanza”. Le carenze individuate, complessivamente pari a 2,9 miliardi, “sono interamente riconducibili allo scenario avverso dello stress test. L’ammontare è pari all’1,6 per cento del capitale di migliore qualità delle banche italiane e allo 0,2 per cento del Pil del nostro paese”.

Per Banca Monte dei Paschi di Siena, in particolare, ha evidenziato Panetta, “l’esigenza di capitale finale necessaria per fronteggiare gli eventi sfavorevoli ipotizzati nello scenario avverso dello stress test è pari a 2,111 milioni. Il gruppo è sottoposto da novembre 2013 a un piano di ristrutturazione della Commissione europea; il piano è stato avviato dal nuovo gruppo dirigente insediatosi a seguito del ricambio dei vertici aziendali conseguente agli interventi della Banca d’Italia del 2011-2012”. E ancora: “Sotto la guida dei nuovi vertici sono stati conseguiti importanti risultati, in particolare sul piano della razionalizzazione organizzativa e dell’abbattimento dei costi”.

Il vice dg di Bankitalia ha aggiunto che la banca senese, guidata da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, “sottoporrà un piano di rafforzamento patrimoniale e le conseguenti modifiche del piano di ristrutturazione, rispettivamente, alle autorità di vigilanza e alla Commissione europea”.

Quanto a Carige, “la carenza di capitale finale necessaria per fronteggiare gli eventi sfavorevoli ipotizzati nello scenario avverso dello stress test è di 814 milioni e riflette in parte i bassi livelli patrimoniali di partenza, non sufficientemente rafforzati dall’aumento di capitale effettuato nel 2014”. La banca, da un anno guidata dall’amministratore delegato Piero Montani, ha sottolineato Panetta, “ha in fase di avanzate trattative la cessione delle compagnie assicurative del gruppo” e “presenterà un piano di riallineamento patrimoniale da sottoporre alle autorità di vigilanza”.

Tuttavia, è innegabile che dagli stress test della Bce, senza considerare le correzioni poi apportate dalla Banca d’Italia, gli istituti di credito italiani non siano usciti benissimo. “E’ vero che il nostro risultato è stato peggiore rispetto a quello di altri paesi ma l’asset quality review è stata superata da tutti gli intermediari italiani”, ha spiegato Panetta rispondendo alle domande dei giornalisti, riferendosi però non al dato degli Aqr in sé (che ha invece individuato un deficit consistente per molte banche italiane) ma al dato degli Aqr corretto per le principali misure di rafforzamento patrimoniale condotte nel 2014, test che ha visto la promozione anche di Mps e Carige.

Il quadro a livello europeo

Rispondendo alla domanda di un giornalista sull’equità degli stress test, Panetta ha precisato: “Le modalità con cui l’esercizio della Bce è stato condotto nei paesi diversi dall’Italia non sono a me note. In parte io credo che lo scenario macroeconomico per l’Italia sia stato molto severo, anche dal punto di vista del mercato dei titoli pubblici”. E ancora: “Credo nell’applicazione fedele delle norme ma non so dare una risposta”, ha detto il vice dg di Bankitalia, sottolineando il fatto di non essere a conoscenza di come le regole siano state applicate negli altri paesi dell’area dell’euro.

Per quanto le ipotesi sullo scenario economico italiano siano state severe, il quadro attuale non è dei più felici. Lo ha riconosciuto lo stesso Panetta: “Se non torna la crescita e non si abbatte il rischio di credito sarà difficile avere un sistema bancario ben capitalizzato”, anche se in ogni caso “i risparmiatori possono stare tranquilli”.