MA LO SA BRAGADIN CHE A SIENA POGGIO E BUCA FANNO PARI?

Ho letto con attenzione l’intervista che il responsabile della direzione retail e rete, dottor Bragadin ha rilasciato alla Nazione: qualcosa non torna! Devo dire che quando Viola, appena arrivato alla direzione del Monte, commentò i primi dati, rimasi favorevolmente colpito per la franchezza dell’esposizione. Si cambiava metodo, si dicevano finalmente le verità nella consapevolezza che l’azienda bancaria senese, come tutte le aziende, si regge su due pilastri fondamentali: la trasparenza e la fiducia che si da e che si riceve. Fiducia sia nei confronti dei dipendenti, che acquistano maggiore motivazione, sia nei confronti dei clienti. Devo dire che con il passare delle trimestrali il mio giudizio iniziale si è notevolmente affievolito. E arriviamo alla intervista di Bragadin che sembra cambiare totalmente il metodo della comunicazione. Mi sono anche chiesto se delle così autorevoli affermazioni abbiano l’intento di annullare o rettificare il comunicato stampa, quello ufficiale, della banca rilasciato a commento della trimestrale. Tralascio alcune considerazioni preliminari come il fatto che il mercato avrebbe premiato Rocca Salimbeni, personalmente sarei più cauto, visto anche il giudizio di alcuni analisti, come, ad esempio, quelli di Jp Morgan. Così, come, il fatto che il rosso registrato nella trimestrale sarebbe stato determinato dal risultato degli stress test e dalle poste accantonate in funzione del fondo di solidarietà per il personale. Mi verrebbe da rispondere a brucia pelo: ma la banca guadagna o no? Sarebbe come dire che Napoleone tornato in Francia, dopo la campagna di Russia, avesse giustificato la sua sconfitta perché c’era la neve. Ma la guerra si fa anche con la neve, se non è stata prevista allora il generale non è buon generale e perde, come di fatto è avvenuto. Ma andiamo sulle questioni che riguardano l’attività commerciale. In questo caso le possibilità sono due: o ha ragione il comunicato della banca, o ha ragione Bragadin. Questi ci dice che i risultati sono decisamente positivi, il margine di interesse cresce del 5% (e questo è il primo poggio), le commissioni del 3,2% e il risparmio del 9% e così via da poggio in poggio. Allora cortesemente ci può spiegare come questi dati si conciliano con quanto ha scritto la Banca? Banca che scrive (buca) che il margine di intermediazione primaria rimane identico a quello dello stesso periodo dell’anno precedente pari a 2.345 milioni di euro. L’aggregato della raccolta diretta e indiretta (altra buca) ha un differenziale positivo di 1.335 milioni di euro pari a una percentuale di più 0,572%. Bragadin, molto probabilmente, prende una singola voce dentro l’aggregato raccolta e l’assolutizza, ma così facendo non si fa corretta informazione e si portano i lettori fuori strada annullando quei principi, sopra descritti, che sono i pilastri delle aziende. Metodo che il capo della rete ripropone anche per rispondere ad alcune delle altre domande. Per concludere se tutto rimane come l’anno precedente allora vuol dire che la banca, come afferma il Monte, è rimasta ingessata. L’intervistato può adoperare anche le percentuali a doppia cifra per dirci che tutto va bene nel settore commerciale, ma, per quanti sforzi faccia, le sue affermazioni non incidono neppure di un millesimo sulla situazione di blocco gestionale. Anzi, offuscano quei rari tentativi di trasparenza timidamente svolti nel recente passato. Non avrei voluto parlare di numeri e anche in questo caso ne ho adoperati il meno possibile. Mi interessava mettere in evidenza il metodo adoperato e il tipo di comunicazione che visto il punto a cui siamo arrivati, avrebbe potuto essere diversa: Siena, a questo punto, non teme più nulla! Se non altro perché a suo tempo avevamo avuto il merito di soffermarci sul più ” bel bilancio della storia”. È tutti sanno come è andata a finire.
Pierluigi Piccini

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