Eugenia Tognotti
Come e quando finisce una pandemia? Quando finirà Covid-19 e che esempio storico abbiamo dal passato e da pandemie combattute con le tradizionali misure di contenimento? Le proteste contro il lockdown negli Stati Uniti, le tensioni sociali e la crisi economica stanno spingendo dubbi e domande.
L’esempio più vicino è la Spagnola. Anche allora si trattava di un virus (un ceppo influenzale diverso dal coronavirus), fino allora sconosciuto.
Un virus che si diffuse intorno al mondo in poche settimane, provocando milioni di morti. Dopo aver raggiunto il picco a ottobre, scese e conobbe un “ritorno”, modesto, a fine anno, per l’emergere di diverse varianti quando i soldati smobilitati tornarono dalla guerra. Dopo un anno dal suo inizio la Spagnola scomparve. Anche il Covid sparirà dalla scena, come del resto è avvenuto con la Sars.
Trovo insensato il tuono terroristico-allarmista prodotto da un esercito di “esperti” che conoscono i virus dei laboratori. Guai a dire, come fa qualche clinico, che sembra di notare un decisivo miglioramento… Insorge un vero e proprio esercito di accademici a cui il coronavirus sta dando visibilità, fondi di ricerca, opportunità di pubblicare su Lancet, Nature ecc. (sento definire “scienziato” un virologo milanese con il dono dell’ubiquità che qualche anno fa era giudicato una nullità scientifica, come ho appreso da un gruppo di eccellenze della virologia in un convegno a Milano sulla polio a cui partecipavo come storica). Trovo assolutamente esagerato e assurdo questo tuono terroristico-allarmista che ci fa vivere “quarantenati”, anzi “sessantenati” o “settantenati”, mentre task force partoriscono, forse per dimostrare di essere “corpore praesenti”, le più assurde regole: andare in spiaggia con la mascherina (è noto che i virus si annidano negli arenili a 40 gradi all’ombra), non procedere alla respirazione bocca a bocca di una persona che sta annegando (per “pareggiare” rischi-benefici, misura che guida, tra l’altro, ogni atto medico, ma bisognerebbe che per il soccorritore il rischio fosse la peste polmonare, con l’80% di letalità).
Credo che con comportamenti individuali virtuosi e con politiche di sviluppo della medicina del territorio, tracciando e isolando i contagiati, possiamo tenere a bada il coronavirus, senza vivere soffocati dalle linee guida.