L’ossessione dei nuovi potenti.

 

Il vicepremier Luigi Di Maio ora ci invita a “non fare le vittime”, non capendo, o facendo finta di non capire, la gravità delle sue affermazioni sulla chiusura dei giornalie i licenziamenti dei giornalisti. Ma noi non abbiamo paura, scrive il direttore di Repubblica Mario Calabresirispondendo al leader grillino. Siamo preoccupati per il paese, ma non spaventati. Ad essere spaventati, o meglio ossessionati, sembrano piuttosto questi nuovi potenti, abituati alla tribuna dei social e ai balconi, mai pronti al confronto, alle domande, al controllo, in una parola: alla democrazia.
Le inchieste di Repubblica danno fastidio: quando raccontiamo il condono che premia gli evasori, quando ricordiamo i ritardi dopo il crollo del ponte Morandi, quando anticipiamo il progetto tedesco di rispedire in Italia i profughi, quando sveliamo la rete di amicizie e favori dietro il concorso universitario vinto dal premier Conte.
Il quale premier oggi ci invia una lunga lettera in cui ci accusa di falsificare la realtà. Ai lettori la libertà di confrontare la versione del premier con quella di Giuliano Foschini e formarsi liberamente un’opinione. Come dovrebbe sempre avvenire in questa strana e formidabile costruzione umana, alla quale non vogliamo rinunciare, chiamata democrazia.