Lo Stato è inceppato (Ma ai partiti interessa?).

 

IL PUNTO
Encomiabile il fatto che tutte le forze politiche propongano idee per farci stare meglio dal 5 marzo. Come se non fosse esistito un Parlamento prima. Si tende a fare un momento catartico del voto. Al quale, stando alle ultime elezioni, quasi un italiano su due però non crede più. Chi fa impresa, chi lavora, chi un lavoro lo cerca, vive quotidianamente quello che è il problema principe del Paese, il non funzionamento dello Stato. Ed è singolare che nessuna forza politica abbia preso come impegno quello di rendere efficiente l’amministrazione pubblica: dalla scuola alla giustizia, dalla sanità agli enti locali. Esiste un problema di produttività del lavoro, di scarsa organizzazione, di delegittimazione continua dei vertici, che funziona da magnifico alibi per quelli che non vogliono fare e da invito a moderare la propria voglia di lavorare per gli altri. Si dovrebbe entrare nel merito di quelle continue invasioni di campo della magistratura contabile e no. Emblematici almeno un paio di casi. Quello della dirigente generale del Tesoro per il debito pubblico, Maria Cannata, chiamata a rispondere per miliardi del danno erariale dovuto alla chiusura anticipata dei contratti sui derivati con Morgan Stanley. E quello minore (per entità del danno presunto), ma altrettanto significativo, del dirigente del Tesoro Roberto Ulissi, ritenuto responsabile delle conseguenze legate alle buonuscite ai manager di Fs e Alitalia. In un intreccio perverso tra normative ormai sempre più incomprensibili e ricorso continuo allo scaricabarile, capita che le responsabilità politiche e amministrative si confondano spingendo verso l’inazione. Intendiamoci, riforme importanti come la Fornero e il Jobs Act sono state decisive per rimettere in cammino il Paese. Ma altrettanto decisivo è fare in modo che chiunque sia al governo possa contare su uno Stato efficiente perché eventuali danni possano essere attutiti. Ma la cosa sembra essere di poco interesse.
@daniele_manca
Corriere L’Economia.
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