A partire dalla Pergola, si preparano i luoghi per ospitare le classi e rispettare le regole anti- Covid, doppi turni per la mensa. Funaro: “ Dovrà essere un anno normale”. Appello di Sacchi alla città: “ Aprite le porte agli studenti”
di Ernesto Ferrara
Lezioni nei teatri, a partire dalla Pergola. Ma anche ai cinema, agli auditorium e agli impianti sportivi sarà chiesta la disponibilità. Per aumentare la capienza degli istituti sta per scattare un programma di cantieri per oltre un milione di euro, di modo da ricavare nuove aule nelle scuole tramite l’abbattimento di framezzi o nuove pareti di cartongesso. Ma non basta, perché l’era Covid impone anche altre scelte. Per le mense ad esempio. In molti casi i refettori non sono grandi a sufficienza e il pranzo sarà su due turni. Se non bastasse nemmeno quello, i bambini mangeranno in classe. Oppure verrà predisposto il pranzo monoporzione. Le rette per le famiglie non aumenteranno ma i costi per il Comune saliranno alle stelle. E anche per i bussini scolastici sarà una bella rivoluzione: il governo non ha ancora emanato le linee guida ma se valesse la regola del metro di distanza per ora indicata dal governo l’attuale flotta degli scuolabus comunali potrebbe assorbire solo metà della domanda. Sui bus del Comune c’è posto col metro di distanza c’è posto per meno di metà dei circa 1.000 bimbi ( disabili a parte) che utilizzano il servizio. Dunque andranno fatti doppi turni. E anche gli orari per le famiglie dovranno cambiare drasticamente.
È un rebus enorme la scuola, e in Palazzo Vecchio è già cominciata la corsa contro il tempo. Quello che inizia il 14 settembre non sarà un anno qualsiasi e da settimane gli uffici dell’assessorato guidato da Sara Funaro lavorano a un piano con mille impegni e mille variabili. Le regole del distanziamento impongono del resto modifiche e rivoluzioni grandi e piccole sugli ambienti, sul personale, sugli orari. Con una serie di incognite ancora aperte: mancano le linee guida per gli scuolabus e per la scuola dell’infanzia. E l’attesa continua a caricarsi di tensione perché le famiglie chiedono certezze.
Il problema principale sono gli spazi. Come ricavarne di nuovi negli istituti fiorentini. Parlando solo di istruzione dell’obbligo, elementari e medie, sono 112 scuole. Da settimane gli uffici hanno in mano le planimetrie delle classi e hanno già fatto simulazioni e sopralluoghi. Stamani ci sarà il vertice tecnico decisivo in Palazzo Vecchio per capire quali scuole siano a posto e dove servano invece interventi straordinari. Secondo le previsioni di Funaro la stragrande maggioranza degli istituti se la caveranno con lavoretti o spostamenti interni. Dalla Montagnola alla Barsanti, dalla Vittorio Veneto ( dove saranno usate le biblioteche) alla Ghiberti. Ma non è così dappertutto. «Ci sono 7-8 istituti dove sono emerse criticità » racconta Funaro. Alla Masaccio 12 classi su 16 sono troppo piccole in base al numero di iscritti. E problemi risultano esserci anche alla Carducci e alla Desiderio da Settignano. «Prioritariamente useremo spazi interni o scuole volano già a disposizione del Comune. Laddove non fosse possibile ricorreremo a spazi esterni nei pressi delle scuole perché questo dovrà essere un anno il più normale possibile » dice Funaro. Un ragionamento è già in corso sugli spazi della cultura. E l’assessore Tommaso Sacchi lancia un appello: «La scuola deve essere al centro della nostra azione politica. Se gli istituti non avranno spazi a sufficienza il Comune sarà al loro fianco. Mi appello alle istituzioni culturali cittadine: spalancate le porte agli studenti. Cinema, musei, teatri. A partire dalla Pergola e dai musei civici. Sono pronto ad aprire un confronto coi dirigenti scolastici e i referenti degli spazi culturali e spero che nessuno si tiri indietro » . Sugli scuolabus invece la speranza di Funaro è che non ci sia bisogno del distanziamento di un metro e che bastino mascherine e bordo e sanificazioni continue.