Letta tende la mano ai renziani su Siena Ma a Firenze è ancora scontro

Il leader Pd: unità ampia. Italia viva apprezza

Giorgio Bernardini

 

Prove di pace a Roma, gelo in Toscana. Enrico Letta ha aperto a una maggiore condivisione sulla sua candidatura alle elezioni suppletive, usando toni distensivi. Italia Viva ha mostrato di apprezzare ma il rapporto burrascoso tra i due partiti segna ancora rosso in Toscana, dove gli alleati continuano a punzecchiarsi su tutti i temi dell’agenda di governo.

Il segretario nazionale del Pd ieri ha spiegato di ritenere di aver «fatto bene ad accettare l’invito a candidarsi giunto dal Pd delle province di Siena e Arezzo (dove si voterà in autunno per il seggio alla Camera che fu di Piercarlo Padoan, ndr ). Rifiutare sarebbe stata una diserzione». Lo ha scritto su Facebook, aprendo nuovamente lo spiraglio del dialogo con Matteo Renzi, in un rapporto che ha notoriamente ha un grande fantasma da scacciare, l’avvicendamento a Palazzo Chigi nel 2013. «Avendo le forze politiche del campo contrapposto al nostro trovato un accordo unitario su un candidato, ritengo prioritario ricercare l’unità più ampia possibile», ha aggiunto Letta. Parole concilianti, accolte «con soddisfazione» dal leader di Italia Viva, raccontano i suoi sodali a Roma. Anche i rappresentanti toscani di Italia viva puntualizzano questo «apprezzamento» per le parole del segretario Pd, senza tuttavia dimenticare le partite di Firenze: «Bene che Letta faccia espresso riferimento a un confronto aperto e libero per raggiungere un’ampia intesa nel campo del centrosinistra», dicono Alice Rossetti e Nicola Danti, coordinatori regionali di Italia viva. Per poi tornare all’attacco degli alleati: «Niente a che vedere con gli aut aut espressi in maniera scomposta solo poche ore fa dai vertici regionali del Partito democratico». Il riferimento è alla nota con cui il Pd definiva «a rischio» l’alleanza in Regione. Non c’è solo la candidatura di Letta, che evidentemente ha superato i «malumori del territorio» di cui parlavano fino a ieri i renziani, a dividere Italia viva e Pd. Sul ring c’è il cambio dello statuto della Regione, per dare la possibilità al governatore di fare più nomine, sui cui ieri è stato lo stesso Eugenio Giani. «Io sono dalla parte dei cittadini e sto coi cittadini: ai cittadini, se Giani ha bisogno di una modifica allo statuto per nominare un sottosegretario, in una macchina di 3.500 persone, non gliene importa giustamente nulla». Il leader della Lega Matteo Salvini, a Cortona per sostenere la candidatura alla Camera di Tommaso Marrocchesi Marzi, sfidante di Letta, si è buttato nella polemica: «Il Pd non candida uno di Siena, di Cortona o di Arezzo, perché pensa che questo collegio sia un bancomat della sinistra. Così Letta si fa eleggere qua e può andare a Roma a fare il segretario del Pd».

 

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