Le lacrime dell’Aquila:è cresciuto qui, siamo distrutti

Gi.Mae

 

SIENA Quando, nel primo pomeriggio, la salma di Arturo Pratelli è arrivata nell’oratorio della Nobile Contrada dell’Aquila, ad attenderlo c’erano il suo popolo e la bandiera listata a lutto: è così che le contrade salutano i loro figli, nel dolore di una comunità che è come una famiglia allargata. Arturo è cresciuto in mezzo alla sua gente, come gli altri ragazzi di Siena che fin da piccoli imparano a muoversi nel rione. Nell’Aquila faceva quello che fanno i giovani alla sua età: in cucina ogni tanto per preparare le cene, il servizio ai tavoli o al bar durante le occasioni estive, la montura indossata con orgoglio per i propri colori. Per tutto il pomeriggio il popolo dell’Aquila si è ritrovato di fronte alla chiesa; la gente ha risalito con le spalle chine la via del Casato, a pochi metri da Piazza del Campo, per stringersi alla famiglia. In piazza Postierla, cuore del rione, l’albero di Natale ha spento le proprie luci, è stato annullato il cenone di Capodanno in programma domani. Intanto la priora, Fiamma Cardini, ha lanciato un appello — in accordo con la famiglia Pratelli — «al responsabile dell’incidente che ha investito Arturo e poi lo ha lasciato lì senza prestare soccorso». «La Contrada è distrutta — ha aggiunto — come la famiglia. Non è possibile che chi ha colpito Arturo non si sia accorto di niente: sulla strada è rimasto un pezzo di specchietto e i carabinieri stringono le ricerche. Il responsabile parli e anche chiunque possa avere dettagli utili alle indagini pensi al dolore che sta affrontando la famiglia e si rivolga ai carabinieri per a far luce su questa tragedia».