La “senesità” del De Mossi

di Vanni Griccioli

 

Il sindaco De Mossi alla scadenza del secondo anno di mandato potrà apparire come un valoroso capitano, ma purtroppo come altri predecessori affronta la complessità del mondo moderno senza possedere i mezzi tecnici e culturali per governarlo correttamente. Cibo da strada, ruote girevoli, trenini, concertini e mostre riciclate sono i lustrini acquistati dal Comune di Siena non capendo il loro scarso valore culturale e l’assenza di rilascio di rendita da lavoro continuativo e durevole. A molti può essere risultato coraggioso nel compiere battaglie per la difesa della “senesità” perduta, ma lo ha affrontato senza mai avere ben chiaro quale sia il vero nocciolo della questione che ha incrinato il valore di quella caratteristica. Infatti si espone a prese di posizione tardive, poco efficaci e non proprio corrette come quella sui dipinti di Daniele da Volterra. Infatti come giustamente ha fatto notare il prof Bagnoli, e non solo (Piccini, Gennari), quei dipinti poco hanno a che vedere con il patrimonio artistico senese. Inoltre è doveroso ricordare che il comune di Siena era stato sensibilizzato da subito della volontà dei proprietari di voler vendere tali opere d’arte, ma nessun assessore o direttore di museo senese si prodigò per fare quello che al contrario ha portato a termine il direttore degli Uffizi. Per cui tutta questa spettacolarizzazione da cabaret tenta malamente di celare tutte le infauste conseguenze che questi bluff illusionistici generano. Una volta si diceva Panem et circenses per evidenziare come le precedenti classi politiche riuscissero tramite il palio, la Mens Sana in Eurolega e il Siena in serie A ad offuscare le menti dei senesi. Oggi non possiamo ripetere il medesimo errore vista la brutta esperienza del passato e in virtù del ristagnamento economico e dell’immobilismo culturale. Siena si merita ben altre attenzioni dai propri amministratori e più partecipazione da tutti noi cittadini.