La natura dipinta di Osvaldo Licini

N el 1926 Osvaldo Licini tornò a vivere, con la moglie Nanny Hellström, nella casa di Monte Vidon Corrado dov’era nato e che aveva lasciato per frequentare l’Accademia a Bologna. Erano seguiti una prima guerra mondiale, lunghi soggiorni a Parigi, le prime mostre e consacrazioni. Ora, a trentadue anni, in un borgo arroccato di 700 anime, in stanze affacciate sulle colline, Licini crea il suo “laboratorio di arte sperimentale”. Scrive: «Guardiamo dalle finestre crescere la primavera e i cambiamenti rapidi del cielo e dei verdi, e ci divertiamo come a teatro » . I Personaggi, le Amalassunte, gli Angeli dei suoi quadri sono anch’essi nati qui. Nel 1941, a Franco Ciliberti, il fondatore di ” Valori primordia-li”, confessa: «Ti scrivo dalle viscere della terra, la regione delle Madri forse, dove sono disceso per conservare incolumi alcuni valori immateriali, non convertibili, certo, che appartengono al dominio dello spirito umano». La regione delle Madri è il titolo della mostra che, a cura di Daniela Simoni e affiancandosi alla raccolta della casa museo di Monte Vidon Corrado, riunisce opere – dipinti e carte del periodo figurativo, dipinti astratti degli anni ’ 30, quadri degli anni ’40 e ’50 – e indagini dedicate ai ” Paesaggi”. Ne rintraccia le fonti pittoriche e letterarie, accosta le marine francesi e svedesi alle vedute marchigiane, restituisce il dialogo tra la natura descritta nelle lettere e la natura dipinta.
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