La ministra azzera il Consiglio superiore di sanità

 

di Margherita De Bac

Erano stati nominati un anno fa. Ieri il governo di Lega e Cinque Stelle ha deciso di fare tabula rasa. Il Consiglio superiore di sanità è stato di fatto sciolto con la revoca delle nomine dei membri non di diritto da parte della ministra della Salute, Giulia Grillo. Il massimo organo consultivo del ministro della Salute, quello sui cui pareri dovrebbero essere basate le scelte in materia sanitaria, avrebbe dovuto essere rinnovato nel 2020. Ma il governo ha deciso di anticipare i tempi, non senza polemiche sui modi. La presidente Roberta Siliquini: «Nessuno ci ha avvisati, né ringraziato prima di firmare con un decreto la revoca».

Roma Il governo del cambiamento decide di cambiare il Consiglio superiore di sanità, il massimo organo consultivo del ministro della Salute, quello sui cui pareri dovrebbero essere basate le scelte in materia sanitaria. Più o meno tutti i predecessori di Giulia Grillo avevano rimesso mano alla compagine di esperti. Rispetto al passato, stavolta l’operazione è stata radicale.

Un colpo di spugna, legittimo e prevedibile ma molto criticato da alcuni dei membri per come è stato attuato. Senza preavviso, senza mai riunirli né ringraziarli prima di firmare con un decreto la revoca. La più adirata é la presidente Roberta Siliquini, igienista dell’università di Torino, che parte alla carica: «Visto l’alto spessore dei componenti non vedo alcuna ragione scientifica alla base della decisione. Siamo stati presi alla sprovvista, avvertiti da una lettera. Con lei non ci siamo mai incontrati dunque non abbiamo avuto modo di farci conoscere e non comprendo la ragione della scelta».

Il consiglio era stato nominato nel 2014 e poi rinnovato a dicembre 2017 da Beatrice Lorenzin, governo Renzi, che abbassò il numero dei componenti da 40 a 30 inserendo per la prima volta la metà di donne. Anche allora ci furono polemiche. Prima di lei il ministro Renato Balduzzi (governo Monti) aveva mantenuto l’assetto lasciato da Berlusconi, tenendo nel board anche Alberto Zangrillo, medico personale del Cavaliere: «Avrei potuto sostituirli, ho continuato a dar loro fiducia».

Spoils system? La Grillo parla di «dare spazio al nuovo» e di «segnale di discontinuità rispetto al passato. Siamo il governo del cambiamento e come ho fatto per altre nomine di mia competenza nei vari organi e comitati del ministero (ad esempio la direzione dell’agenzia del farmaco) ho scelto di aprire le porte ad altre personalità meritevoli. Sono certa che alcuni degli ex possano essere rinominati, non i vertici che devono essere in sintonia col ministro in carica. Ringrazio tutti». I

I vice della Siliquini erano Adelfio Cardinale, sottosegretario con Monti, e la ginecologa Eleonora Porcu. Escono personalità di alto livello (tra loro Bruno Dallapiccola, Elisabetta Dejana, Giovanni Scambia, Silvio Garattini, Napoleone Ferrara, Giuseppe Novelli, Andrea Lenzi, Mario Stirpe) ma anche figure sempreverdi.

Il genetista Dallapiccola, decano del Css, non se la prende «Comprendo il desiderio del ministro di avere una nuova squadra, non mi traumatizzo. Lo hanno fatto tutti magari in modo meno radicale. Però mi chiedo quanto peso abbia un organismo come questo. Con la Lorenzin abbiamo approvato 30 documenti e pochi hanno visto la luce». In altre parole. Va bene cambiare purché il Consiglio venga valorizzato come un tempo e gli venga restituito un ruolo.

Fonte: Corriere della Sera, https://www.corriere.it/