Quella buffonata del tunnel di Palazzo, in procinto di essere appaltata nel 2019 all’Opera di Firenze, è diventata, senza se e senza ma, un problema politico interno all’intera maggioranza. La certezza l’abbiamo avuta aprendo venerdì scorso il quotidiano dei guelfotti di Firenze, da anni ed anni a fianco della mascotte di Palazzo, o, se si vuole, di chiunque si trovi al governo della città di Siena. Al riguardo, fa sempre sorridere allorché, uno che arriva da Pisa, pensa di estrapolarsi e diventare con un semplice starnuto, a tutti gli effetti, “uno di Siena” e tale da poter scandirne i tempi sotto ogni angolazione.
Il fatto che, proprio questo che viene da Pisa, abbia permesso ad Orlando Pacchini la pubblicazione dell’articolo è lì a dimostrare che, anche dai capi del quotidiano dei guelfotti, sia arrivato il segnale di staccare con moderazione la spina alla mascotte, nonostante quella platealità di dialogo all’interno del Circo de l’Unità di sabato.
La mozione contro il tunnel, firmata da quasi tutti i consiglieri di maggioranza, con targa PD, è lì a dimostrare l’assoluta inutilità dell’iniziativa, stravolta a più riprese dopo il “lancio” che porta la firma di Mauro Barni, e che trova il giusto disinteresse da parte delle 17 Contrade.
Il pensiero di queste ultime, in sostanza e con rare eccezioni di intersecazione amichevole per la ricerca di un posto fisso nel tunnel, è che se Palazzo vuole fare il tunnel, liberissimo di farlo; ma senza il coinvolgimento diretto ed indiretto delle 17.
Tornando all’attacco interno del PD alla mascotte, è da sottolineare, oltre al deprecabile storno di bilancio di 600 mila eurini (visto che i conti di Palazzo, nonostante le enunciazioni pre-elettorali della mascotte, non sono affatto in regola tant’è che la Corte dei Conti ha bocciato il consuntivo 2014 per un buco amministrativo di 18 milionicini di eurini) c’è da sottolineare come i soldi della Mucchina, nell’era di Giuseppino, vengano buttati proprio nel macero.
Ci occorre un po’ di tempo a disposizione, e di ricerca, per presentare i lavori eseguiti per l’allora “Grande Museo”, oggi tunnel, sovvenzionati dalla Mucchina; ma al tempo stesso ci viene in mente di porre una domanda alla stessa Mucchina oggi senza soldi: quel progetto sovvenzionato e che non è andato in fondo, anzi è stato completamente stravolto, può essere motivo per richiedere a Palazzo i soldi già spesi ?
( Sunto)
11 settembre 2017