Se essere cittadini liberi vuol dire non essere sottoposti a un potere enorme e assolvere i doveri civili, è evidente che gli italiani non possono dirsi liberi; ossia, sono sì liberi, ma liberi nel senso della libertà dei sudditi o dei servi.
Gli italiani hanno dimostrato nei secoli una spiccata capacità di inventare sistemi politici e sociali senza precedenti. Anche la trasformazione di una repubblica in una grande corte è un esperimento mai tentato e mai riuscito prima. Rispetto alle corti dei secoli passati, quella che ha messo radici in Italia coinvolge non più poche centinaia, ma milioni di persone e le conseguenze sono le medesime: servilismo, adulazione, identificazione con il signore, preoccupazione ossessiva per le apparenze, arroganza, buffoni e cortigiane. Poiché il sistema di corte ha plasmato il costume diffondendo quasi ovunque la mentalità servile, il rimedio dovrà essere di necessità coerente alla natura del male, vale a dire riscoprire, o imparare, il mestiere di cittadini. Per quanto sia ardua, è la sola via. Il primo passo è capire il valore e la bellezza dei doveri civili.
Maurizio Viroli
Maurizio Viroli è professore emerito dell’Università di Princeton e professore del Department of Government dell’Università del Texas ad Austin. Tra le sue pubblicazioni per Laterza: Per amore della patria. Patriottismo e nazionalismo nella storia; Il sorriso di Niccolò. Storia di Machiavelli;Repubblicanesimo; Dialogo intorno alla repubblica (con Norberto Bobbio); Il Dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia; La libertà dei servi; L’intransigente;Scegliere il principe. I consigli di Machiavelli al cittadino elettore; La redenzione dell’Italia. Saggio sul “Principe” di Machiavelli; L’autunno della Repubblica; Tempi profetici. Visioni di emancipazione politica nella storia d’Italia.