I sondaggi danno la Lega in caduta libera, 15,6 per cento. Quasi venti punti in meno rispetto alle elezioni Europee del 2019.

Nonostante l’erosione del consenso, però, Matteo Salvini non cambia squadra e fedelissimi. L’ostinazione sta creando molti malumori e c’è chi riflette sull’addio. Perché Salvini mentre lancia il nuovo simbolo in Sicilia “Prima l’Italia!” continua a scommettere sempre sui soliti, che spesso hanno provocato non pochi imbarazzi al partito.

A partire dall’ex sottosegretario Armando Siri, imputato per corruzione e indagato per finanziamento illecito, e al suo attivo un patteggiamento per bancarotta. Il ruolo di Siri aveva già turbato l’armonia interna della Lega, mai accettato dal fronte nordista e padano. Siri infatti è tra i consiglieri del nuovo corso sovranista che ha comportato tra le altre cose l’avvicinamento alla Russia di Putin. Siri, tuttavia, è ricordato soprattutto per essere il consigliere economico scelto da Salvini e ideologo della flat tax.

Le polemiche sul patteggiamento per bancarotta e le indagini della magistratura non hanno frenato l’ascesa di Siri all’interno della Lega. La scuola politica è un’organizzazione che fa capo a lui. Una macchina che negli anni ha raccolto anche donazioni private da grosse aziende italiane.

Attorno alla scuola politica Siri ha costruito il suo potere. Sulla formazione, dunque, non ha concorrenti interni. A maggior ragione ora che è stato deciso di chiudere l’Accademia federale della Lega, utile a istruire i giovani quadri di partito e dirigenti locali che aspiravano ad amministrare i territori. Una decisione che sta facendo molto discutere tra i leghisti. E che riacutizza i malumori e le divisioni tra sovranisti e nordisti-autonomisti.

BASTA ACCADEMIA

Manuel Vescovi (foto dal profilo Facebook del senatore)

«Matteo ha deciso» dice Manuel Vescovi, coordinatore della scuola, segretario nazionale della Lega Nord per la Toscana e “senatore semplice”, come si definisce. Salvini a dicembre 2021 ha stabilito di chiudere l’Accademia federale della Lega per la formazione interna del partito, e un mese e mezzo dopo, la decisione è stata comunicata definitivamente a Vescovi: «Resterà solo la scuola di Siri», la Scuola di formazione politica.

Con un passato nella “Liga veneta”, i dubbi di Vescovi sono condivisi da un nutrito gruppo di vecchi leghisti. Circolano voci sempre più insistenti di defezioni, addirittura di 30 parlamentari esausti della gestione salviniana del partito e dunque pronti a uscire.  Il senatore Vescovi non conferma ma nemmeno smentisce: «Non credo ci siano questi numeri in Senato, alla Camera non so. C’è, però, malcontento». Anche lui sta riflettendo: «Non so se c’è ancora la passione. Sto riflettendo sulla strada fatta. Se si andasse verso il centralismo lascerei». Poi modera la posizione: «Ma non credo che verrà abbandonato il valore fondante del federalismo».

CHI GESTISCE LA SCUOLA

L’Accademia federale ha un’articolazione regionale e fino a ora ha dato vita a eventi, workshop e un’applicazione per cellulari per creare comunità. Sul sito viene esplicitato «l’approccio di gruppo». Di tutt’altro stampo lo stile Siri, economista che ha conquistato il cuore di Salvini con la flat tax, tornata in voga proprio in questi giorni.

L’immagine del Capitano affiancato da Siri dà il benvenuto agli utenti del sito della Scuola. Dopo una pausa le lezioni sono ripartite il 19 marzo. Siri nelle settimane precedenti ha tenuto un profilo basso. è ricomparso sorridente solo dopo la vittoria in Senato che ha bocciato la richiesta dei magistrati di usare alcune intercettazioni nel processo in cui è imputato.

Della gestione della scuola si occupava l’Associazione spazio Pin,  finita sotto indagine per infedele dichiarazione dei redditi. L’associazione, dopo l’indagine, è stata acquisita da un’altra società: Formapolis, quest’ultima è posseduta a maggioranza da Marco Perini (stretto collaboratore di Siri), tra gli azionisti anche una candidata leghista sostenuta dal Movimento Roosevelt, fondato dal massone Gioele Magaldi.

LE INDAGINI

A Siri è stato revocato l’incarico di sottosegretario dal governo Conte I dopo che dalle indagini erano emersi messaggi sospetti e promesse di denaro da parte di Paolo Arata, consulente per l’energia della Lega che per 30 mila euro gli avrebbe chiesto di far passare degli emendamenti sul mini eolico.

L’indagine per corruzione che ha sede a Roma è partita dalla Sicilia, la procura di Palermo stava indagando sugli affari di Arata e i collegamenti con quelli di Vito Nicastri, anche detto “Re dell’eolico”, per la procura finanziatore della latitanza del super boss Matteo Messina Denaro.

Siri è in rapporti stretti con un altro Arata, Federico, il figlio di Paolo. Lui è ritenuto l’organizzatore dei contatti con l’entourage di Trump per Matteo Salvini. L’Associazione Spazio Pin, si legge nei documenti dell’inchiesta, ha versato 1.178 euro in favore di Federico Arata. Nella segnalazione dell’Antiriciclaggio della Uif della Banca d’Italia riporta: «Rimborso spese viaggio Usa».

Lo Spazio Pin, sito in via Monte Santo, è un centro congressi dell’omonima società che fino al 2019 vedeva tra i soci la figlia di Armando Siri. Poi, è arrivata la notizia di un’altra indagine dove compaiono padre e figlia – non indagata -, le quote sono passate quasi integralmente a Perini e, per una piccola percentuale, a Dora Cufino, la responsabile affitto delle sale.

Sul perché la figlia non faccia più parte dell’azionariato di Spazio Pin Siri non risponde: «Non ho nulla da dire, evito di parlare di questo tema che non mi riguarda», replica Armando.

LO SPAZIO PIN

Lo Spazio Pin è un luogo quasi leggendario. Qui l’8 marzo del 2018 si sono incontrati Matteo Salvini e Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump. Con loro, aveva ricostruito l’ Agi, c’era anche il professore di diritto dell’università di Torino, Giuseppe Valditara: fondatore di Logos, la rivista che in passato ha diretto Gianluca Savoini, indagato per il caso Metropol e la trattativa per ottenere soldi russi.

Valditara è uno degli esperti con cui Salvini si sta confrontando in questi giorni per le “idee per la crescita dell’Italia” e in passato è stato vicino a Pinuccio Tatarella, politico di destra storicamente nel Movimento sociale italiano.

Sul conto corrente di Spazio Pin sono arrivate diverse donazioni da imprenditori. Con la causale “donazione a sostegno della scuola di formazione” Inalca ha versato 18 mila euro, si tratta del colosso italiano della filiera della carne del gruppo Cremonini guidato da Luigi Scordamaglia, presidente di Assocarni. Nelle scorse settimane si è parlato dei problemi che potrebbe avere dalle sanzioni, visto che secondo il Sole 24 Ore genera il 9 per cento del suo fatturato in Russia.

Poi ci troviamo anche i versamenti per un totale di 15 mila euro come “Sostegno attività associativa” dal gruppo Psc, specializzato nell’impiantistica. L’azienda fondata da Emidio Pesce, è guidata oggi dai figli Umberto e Angelo ed è partecipata da Fincantieri e Simest, entrambe pubbliche. Psc è presente in Italia, Qatar, Spagna, in alcuni paesi del Sud America e in Russia.

CASA EDITRICE E “GIORNALE”

Dopo il clamore mediatico suscitato delle inchieste Spazio Pin oggi non esiste più. C’è Formapolis, che ha acquisito Associazione Spazio Pin. Socio di maggioranza è Marco Perini. Prima che Spazio Pin passasse a Formapolis, tra i soci, all’autorità antiriciclaggio risultava oltre a Longoni anche Aldo Storti, tra i fondatori insieme a Magaldi del Movimento Roosevelt.

L’attività di Formapolis è variegata, è una casa editrice ed è proprietaria di un sito, “Edizione straordinaria”, online dal 2021 ma fermo da febbraio. «Reazioni avverse al vaccino anti Covid-19: dalla speranza all’incubo!» è uno degli ultimi titoli pubblicati.

La sede è sempre via Monte Santo. Il sito si occupa di attualità, e si definisce «il primo giornale che non ti dice cosa pensare, ma dà spazio ai tuoi pensieri». Le notizie documentano soprattutto i movimenti “Io Apro”, gli effetti avversi dei vaccini e le proteste no green pass.

Siri nel 2020 ha pubblicato Dipende da te, libro edito da Formapolis, che si è occupata di ripubblicare anche i precedenti testi. In realtà nel catalogo di Formapolis ci sono solo i testi di Armando Siri. E, per chi volesse comprarlo, il portachiavi “Conosci te stesso”.

Nei comunicati di Salvini, Siri non compare quasi mai, di eventi pubblici condivisi se ne registrano molto pochi, ma il coordinatore del programma assicura: «Seguo tutto quello che devo seguire. Comparire o non comparire non mi pare rilevante».

Il suo nome è sempre presente all’interno del partito: «Immagino che Matteo voglia coinvolgere ancora di più Armando», dice Vescovi mentre chiude i battenti dell’Accademia. I leghisti storici che hanno mosso i primi passi con il “senatur” Umberto Bossi per il momento aspettano: «Eseguo gli ordini», afferma il senatore, ma avverte: «Se tagli le radici il partito muore, è inevitabile». Il caso non esiste, anzi: «Caso-mai» scandisce nel suo ultimo libro l’ideologo della flat tax di Salvini.