Alla fine i migranti sono sbarcati dalla Diciotti, al momento sono tutti ospiti in Italia e il ministro dell’Interno Matteo Salvini deve difendersi dall’accusa di sequestro di persona, per aver ordinato via telefono lo stop allo sbarco. Sembrerebbe una sconfitta su tutti i fronti per il leader della Lega. Ma i meccanismi della propaganda funzionano diversamente, come scrive Massimo Giannini: “La macabra danza sovranista intorno alle povere vite di 150 disperati sembra concludersi in gloria per Salvini. Può ergersi a martire di fronte alle masse impaurite e adoranti, e lucrare un altro tesoretto di consensi persino su un avviso di garanzia inseguito e provocato a ogni costo”.La conferma arriva dai numeri. Ilvo Diamanti, nelle sue mappe, racconta il travaso di consenso popolare che sta dando vita a un nuovo soggetto politico, la Lega a 5 Stelle. Uno scenario non certo gradito ai vertici del Movimento, preoccupati dalla capacità del loro alleato di prendersi la scena e dettare l’agenda politica e mediatica. Il caso Diciotti – scrive Tommaso Ciriaco – ha creato molti fastidi dentro ai 5 Stelle, con molti parlamentari che non hanno gradito la subalternità di Di Maio e Conte.Tra chi invece resiste, non solo a parole, c’è il presidente dimissionario dell’Agenzia del farmaco Stefano Vella: “Non potevo restare, questo governo ha violato la Costituzione”.