«La Fondazione non venda Palazzo del Capitano»

Piccini, capogruppo di ’Per Siena’: «Meglio una cessione in comodato d’uso Il Santa Maria della Scala potrebbe usarlo per fini culturali, assieme ad Acronis»

di Pierluigi Piccini*

SIENA Apprendo che la Fondazione MPS, proprietaria dello storico Palazzo del Capitano, stia pensando ad una sua cessione. Già sede del Capitano della Guerra e del Capitano del Popolo, il Palazzo del Capitano è ovviamente un bene vincolato dalla Sovrintendenza per il suo straordinario valore storico, artistico, architettonico, culturale. Un edificio che appartiene alla comunità senese tutta, in più confinante con il Santa Maria della Scala e a pochi metri dal Complesso della Cattedrale. La preoccupazione è legata alla destinazione che l’acquirente, una volta compiuto l’acquisto – ricordo, fra l’altro, che lo Stato potrebbe esercitare la prelazione – darà al Palazzo. Destinazione che ha bisogno delle autorizzazioni di rito con le garanzie, non so quali, che una volta ceduto il bene gli obiettivi dichiarati dal privato vengano mantenuti nel tempo. Non credo che la Fondazione abbia come scopo esclusivo quello dell’intermediazione immobiliare avendo sempre più fra i sui obiettivi le finalità culturali. Finalità destinate a progetti di alto profilo per la città di Siena così come viene ripetutamente sottolineato. Se cosi è allora potrebbe trovarsi una soluzione diversa dalla cessione. Una soluzione che garantisca alla comunità senese la ’proprietà’ del Palazzo: non è infatti necessario vendere per valorizzare il patrimonio. A tal proposito, ad esempio, andrebbe coinvolta la Fondazione MPS nella costituenda Fondazione di Partecipazione del Santa Maria della Scala. Cosi da permetterle di conferire in comodato d’uso alla costituenda Fondazione SMS il Palazzo del Capitano e diventarne in questo modo uno dei soci sostenitori. La proprietà resterebbe alla Fondazione MPS che rappresenta in tutti i casi una garanzia. Inoltre, tramite accordi tra la costituenda Fondazione SMS ed il potenziale interessato all’utilizzo del Palazzo (si pensi ad Acronis, ad esempio) si potrebbe far nascere una Eccellenza che non è detto che trovi conferma in una unica soluzione, proiettando concretamente Siena nel futuro. Davvero una proposta come questa appare la gestione migliore del patrimonio culturale senese, con le garanzie per la tutela del Palazzo ed il futuro della città. Ritengo che sarebbe opportuno da parte dei vari soggetti interessati verificare convintamene l’opportunità di tale proposta, oggi che gli strumenti in fase di approvazione (Fondazione di Partecipazione per il Santa Maria della Scala) lo consentono, capaci come sono di tutelare e valorizzare il Patrimonio Comune. Sapendo che la collettività ha affidato i suoi valori storici a dei gestori che sono inevitabilmente transitori.

*capogruppo ’Per Siena’

 

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