La fondazione Montepaschi si divide sulle quote rosa.

IMG20120507122405438_900_700 (Giovanna Barni)

( f.mas. ) La Fondazione Mps si spacca sulle candidature «rosa» al board del Montepaschi. La lista di maggioranza dell’ente senese, da presentare in tandem con i soci esteri Fintech Advisory (4,5%) e Btg Pactual (2%), non è stata approvata ieri nonostante quattro ore di discussione ma è slittata ad oggi. «Qualcosa da sistemare c’è», ha ammesso il presidente, Marcello Clarich. Ieri a Siena si rumoreggiava anche di dubbi dentro Palazzo Sansedoni circa l’opportunità di ricandidare Alessandro Profumo ( foto ), visto che il banchiere vorrebbe lasciare la presidenza dopo l’aumento di capitale da 3 miliardi che dovrebbe concludersi a fine giugno. Qualcuno avrebbe ipotizzato anche la designazione del banchiere fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, già membro del board della Bce e appena nominato presidente del colosso francese Société Générale. Anche la coincidenza che ieri Bini Smaghi fosse a Siena per un incontro dei Lions aveva scatenato scenari alternativi. Sembra però anche da fonti vicine ai fondi esteri che non ci siano dubbi su Profumo e il ceo Fabrizio Viola. Scontati nella lista anche i due membri esteri Christian Whamond e Roberto Isolani, alla fondazione spettano le indicazioni di tre consiglieri donna, per l’equilibrio di genere. Ma sono cinque le candidate: l’economista Fiorella Kostoris, il manager di Conad Tirreno Fiorella Bianchi (che però non piacerebbe a Clarich e ai due fondi), l’imprenditrice del Brunello Donatella Colombini Cinelli e le docenti universitarie Elisabetta Montanaro e — nome dell’ultima ora — Lucia Calvosa, già presidente della Cr San Miniato e ora nel board di Telecom Italia.