La folle piazza tra il Pci e l’Msi

La vicenda italiana del Novecento è stata storia durissima di contrapposizioni, battaglie, lacerazioni e guerre fratricide. Non fu semplicemente uno scontro di idee. Fu la guerra contro una dittatura, la Resistenza contro chi aveva promulgato e applicato le leggi razziali, consentito la deportazione di migliaia di cittadini italiani nei campi di concentramento, arrestato e ucciso gli oppositori politici. La nostra Costituzione, nata dopo la fine della guerra, fu scritta per evitare che quella stagione tornasse. Fu scritta tracciando una linea precisa tra chi aveva appoggiato la dittatura sconfitta e tutti coloro che, con idee diverse e spesso molto divergenti, l’avevano coerentemente e con duri sacrifici contrastata.

Il tema della riappacificazione nazionale dopo la Resistenza ha occupato il dibattito degli ultimi settant’anni. Purtroppo la discussione è stata limitata quasi sempre agli storici e non è mai davvero diventata dibattito pubblico, riflessione nella società. Per questo, con il trascorrere dei decenni, la linea di demarcazione tra la dittatura e chi l’ha combattuta si è fatta sempre più labile e sfumata. Come quelle righe tracciate in terra con il gesso che lentamente il tempo e le intemperie cancellano in modo impercettibile, giorno per giorno.

Per questo in fondo non stupisce che un ex sindaco possa pensare di intitolare una piazza a Berlinguer e Almirante insieme. L’intento può anche essere dei migliori: raggiungere quella pacificazione che nella seconda metà del Novecento l’Italia non è riuscita a trovare. E nell’epoca dei social può apparire normale che basti una targa sulla piazza per regolare i conti di un secolo. Una carrambata della Storia. Così è toccato ai figli di Berlinguer caricarsi del compito di ricordare la differenza tra il rispetto dell’avversario politico e l’azzeramento della memoria. Non è cancellando la riga di gesso che li separa, la distinzione tra chi sostenne una dittatura e chi la combatté, che si riconciliano le due Italie del Novecento.

 

www.lastampa.it