La commissione può riportare il sereno dopo la bagarre sulla conferma di Visco.

 

Oggi il direttore del Dipartimento di Vigilanza della Banca d’Italia Carmelo Barbagallo e il direttore generale della Consob Angelo Apponi saranno auditi dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende che hanno riguardato la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Si tratta di una prova iniziale della commissione, dal momento che dalle domande che saranno poste e dal modo in cui i membri dell’organo parlamentare vorranno affrontare il confronto si potrà desumere se si perseguirà esclusivamente la verità dei fatti oppure se si baderà maggiormente, se non esclusivamente, ai riflessi esterni, agli impatti mediatici e soprattutto alla preparazione della campagna elettorale. Chi interpretasse anche questa audizione, con riferimento alla Banca d’Italia, come una rivincita nei confronti della conferma di Visco e si trasformasse in una specie di pubblico ministero nuocerebbe alla ricerca della verità, alla produttività dell’inchiesta, all’istituzione Banca d’Italia nel suo complesso, ma anche alla funzione parlamentare e a se medesimo, facendo pensare, in tal modo, alla nota regola della stupidità coniata da Carlo Maria Cipolla. Inoltre, sfumata la possibilità di distorcere il lavoro della commissione per incidere sulla nomina del Governatore, sarebbe grave se ora si tentasse di influire sulla designazione del presidente della Consob, data la prossima scadenza di Vegas, non confermabile per legge. Si può comunque prevedere che la presidenza dell’organo di inchiesta sarà chiamata a un particolare impegno perché le finalità attribuite all’inchiesta stessa siano rigorosamente rispettate. Finora, come ha sottolineato il presidente Pierferdinando Casini, i primi risultati delle audizioni confermano che i fenomeni di dissesto delle banche coinvolte sono stati causati dalla cattiva gestione del management, dalle inadeguate politiche di erogazione del credito e da pratiche commerciali scorrette, tanto più gravi perché i risparmiatori non avevano gli strumenti per difendersi. Mercoledì scorso Visco ha confermato la prontezza con la quale Bankitalia è sempre disposta a dar conto del proprio operato nelle sedi istituzionali competenti e al Paese, volendo così fare intendere che l’Istituto è sicuro della correttezza con la quale ha adempiuto al proprio dovere istituzionale. Nelle audizioni anzidette sarà importante verificare se comunque si partirà, ai fini dell’analisi delle cause dei dissesti, dai fattori di carattere generale, a cominciare dal modo in cui una crisi epocale ha influito nello specifico dei due intermediari, oppure si entrerà immediatamente nel ruolo che la Vigilanza ha svolto, che però riguarderà solo i compiti di questa funzione e non un accertamento organico e completo di tali fattori. Sarà bene in ogni caso premettere la puntualizzazione dei poteri della Vigilanza, ma anche dei limiti oggettivi e giuridici che incontra la sua azione. Ma sarà anche l’occasione per meglio chiarire il ruolo svolto dalla Consob, che nel dibattito pubblico apertosi su questo argomento è apparso limitato, a dispetto dei poteri detenuti in materia di tutela della trasparenza, correttezza e diligenza contrattuale degli intermediari. Non secondario sarà poi il chiarimento sui rapporti tra la Vigilanza di Bankitalia e la Vigilanza unica della Bce, anche per smentire faziosi commenti, privi di conoscenze adeguate, che qualche volta si sono letti circa il fatto che le anomale situazioni aziendali sarebbero venute alla luce solo per l’intervento della Vigilanza della Bce, dimenticando il ruolo di stretta collaborazione che vi è stato e vi è tra le due funzioni. Fin qui, abbiamo rilevato i rischi dell’audizione. Ma non sarà del tutto improbabile che si possa invece creare tra audienti e auditi, in nome di una necessaria distensione istituzionale dopo le pessime vicende che hanno preceduto la conferma di Visco, un clima di proficua collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi voluti dalla legge istitutiva dell’inchiesta, anche avendo presente l’importante lavoro compiuto con l’indagine conoscitiva a suo tempo condotta dalla commissione Finanze del Senato sotto l’impulso del presidente Mauro Marino. Un risultato del genere sarebbe assai importante in questo momento politico-istituzionale.
MF
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