I numeri critici di Siena città
di Pierluigi Piccini
Siena è al sesto posto nella classifica per il tempo libero del Sole 24 Ore, appena uscita come anticipazione di quella sulla qualità della vita. Bene! Peccato poi vedere che siamo alla posizione numero 71 per presenze turistiche. Ancora una volta i dati sono estremamente positivi per la provincia, pesantemente negativi per la città, e alla fine sono i primi che ci tengono a galla. La fotografia è chiara: siamo secondi per densità di aziende agrituristiche, quinti per librerie, rispettivamente tredicesimi e dodicesimi per esposizioni e concerti (grazie anche alle decine di festival e di iniziative che ogni Comune organizza) e al dodicesimo posto per i cinema ogni mille abitanti, grazie solo alle multisala di Chiusi e Sinalunga. La provincia ci tiene su anche per la densità turistica (posizione 31, diluendo i numeri della pressione nel centro storico di Siena) ma non per i teatri (35) bar e ristoranti (31). Anche per gli spettacoli spendiamo poco (posizione 44), perché evidentemente prevalgono quelli gratuiti, organizzati dai vari enti pubblici. Il bellissimo territorio provinciale non può fare miracoli, però, per le presene turistiche. Nel dopo Palio, assieme alla solita litania di lamentele, l’associazione albergatori ha fatto notare che la presenza media è passata, in città, da 1,27 a 1,07 giorni, in appena dieci anni. Se consideriamo che nelle centinaia di aziende agrituristiche della provincia si rimane in media una settimana, il dato del centro storico di Siena parla da solo, riuscendo ad affossare un intero comparto. E ci racconta di politiche sbagliate che arrivano da lontano, e che perseverano diabolicamente con l’attuale Giunta. Tirelli non fa che creare “eventini” di mezza giornata, che favoriscono le presenze degli escursionisti e non i pernottamenti. Non c’è nessuna politica che favorisca la permanenza! E mentre si attende l’ennesimo raduno di auto (stavolta saranno Bmw), l’assessore sembra incurante dei dati, delle critiche diffuse, della realtà oggettiva. Siamo costretti ancora una volta a ripeterci – anche solo per una questione di impegno morale e di coscienza – nel denunciare un palese errore di impostazione. Si continuano a proporre schemi vecchi, formule preconfezionate (il Convention bureau) applicate in maniera standard da agenzie, ma non si ascoltano le esigenze (e le potenzialità) di una città che è Patrimonio mondiale dell’umanità. Lo sanno tutti, tranne i nostri amministratori.