Judith Jones, imperatrice dei libri di food.

Corriere della Sera – Gabriele Principato – 18/08/2017 pg. 40 ed. Nazionale

Il personaggio
Oltre 50 anni di successi nell’editoria, la scoperta di Julia Child, esordiente col ricettario che sarebbe diventato un best seller e prima ancora quella de Il Diario di Anna Frank . Lo scorso 2 agosto se ne è andata nella sua casa nel Vermont Judith Jones: «l’imperatrice dei libri di cucina», come l’ha definita la stampa americana. Classe 1924, Judith per oltre mezzo secolo ha scoperto e lanciato scrittori esordienti di letteratura gastronomica. E prima di questo, a Parigi, negli anni 50, è stata lei a capire l’importanza del messaggio contenuto ne Il diario di Anna Frank – già edito in tedesco -, facendolo pubblicare negli Usa. Ma a segnare la sua vita sarebbe stato dieci anni dopo un altro caso letterario. Tornata a New York, nello staff della casa editrice Alfred Knopf, si ritrovò a sfogliare e a credere nelle potenzialità del manoscritto (rifiutato da molti editori) di un ricettario di cucina francese spiegata agli americani, a firma Julia Child, Simone Beck e Louisette Bertholle. Si trattava del volume che, grazie a lei, sarebbe stato stampato nel 1961 col titolo: Mastering the Art of French Cooking . E avrebbe cambiato la vita delle due donne, come racconta il film cult Julie and Julia , (del 2009, con Meryl Streep). Julia Child sarebbe diventata una star tv con la fortunata serie The French Chef . Judith Jones invece avrebbe concentrato il suo impegno sull’editoria gastronomica, avviando il lavoro di scouting che nel 2006 le è valso il premio alla carriera della James Beard Foundation. Tra gli autori che ha pubblicato ci sono James Beard, Lidia Bastianich e Jacques Pepin. Con il marito Evan, incontrato a Parigi nel ’48, ha scritto due libri sul pane e uno sulla cucina del New England. E nel 2009 è stato editato il suo best seller The Pleasures of Cooking for One . «È grazie a lei – ha ricordato la critica gastronomica Ruth Reichl – se il cibo ha iniziato a essere materia degna di rispetto nell’editoria».