Valentini, nominalmente e per concessione di Ceccuzzi, dovrebbe appartenere alla “corrente” dei renziani. Allora se tale è la sua appartenenza ci spieghi nel merito il job act senese. I probabili licenziamenti alla Siena Biotech, all’Enoteca e all’aeroporto di Ampugnano e ci dica anche cosa intende fare per arginarli, visto che il job act dovrebbe aumentare l’occupazione a detta del PD. Non sarà sufficiente dirci che lui non c’entra perché in qualità di sindaco di Monterriggioni, che pure qualche dipendente avrà pure avuto in queste tre strutture, e di dirigente del PD, non c’era e se ci fosse stato, dormiva. La crisi era preannunciata fin dalle origini, la Siena Biotech nasce su presupposti completamente diversi da quelli sui quali era stata pensata, in più, nel corso del tempo non è stato fatto nulla per invertirne la rotta. Resta, comunque, il fatto che i dipendenti (circa 150) si sono fidati e hanno costruito su questa fiducia il loro progetto di vita. Ora hanno diritto a una risposta. Ampugnano non riapre i battenti come qualche giornale ha scritto. L’ENAC ha solo riaperto i termini per verificare se esistono degli eventuali soggetti disposti a rilevarne la gestione. Per onestà e in totale sincerità, l’operazione di individuazione di un gestore mi sembra di grandissima difficoltà. Forse, non si ha chiaro quanti aeroporti, anche molto blasonati, rischiano, oggi, la chiusura in Italia. Purtroppo Ampugnano è ricordato solo per le vicende giudiziarie. A proposito! Ci può spiegare il Valentini perché ha scelto proprio quell’avvocato per rappresentare il Comune di Siena, perché lui è non altri? Il Valentini è cosciente, ovviamente si, che la matrice di tutte le indagini, Ampugnano, andrà in prescrizione nei prossimi mesi? Enoteca, altro problema, che è vissuta sui trasferimenti pubblici e ora che questi sono venuti meno la chiusura è alle porte. Tutto questo nel territorio, forse più importante d’Italia, per la presenza di vini pregiati: l’Enoteca chiude! Sembrerebbe normale chiedere ai privati produttori di vini del territorio (consorzi) di farsi parte dirigente e trovare una soluzione: una vetrina internazionale nella città capoluogo. Come sarebbe significativo, se per una volta, i vari soggetti mettessero da parte il loro individualismo e trovassero una soluzione collegiale. Si potrebbero mettere da parte gli errori del passato. In Francia si pubblicizza, ad esempio, lo champagne come vino e non i singoli produttori a differenza di casa nostra dove il Brunello è di Biondi Santi o di Banfi e il Chianti è di X o Y. Ma per fare questo ci vuole capacità di mediazione ed essere punto di riferimento credibile, cose tutte, che mancano ai nostri amministratori.
Valentini festeggia, in questa situazione, che Siena insieme ad altre tre città (Cagliari, Lecce, Ravenna) sia diventata la capitale della cultura italiana. Troppe capitali! A Valentini sfugge, però, un particolare che non si parla di soldi, non ci sono euro. Come dire, mettetevi la medaglia, non ci rompete, ma non ci chiedete finanziamenti perché non c’è ne sono. Un premio di consolazione dato a chi, come le giunte PD di Siena, ha confuso un tecnologo (Sacco) con degli esperti nel marketing territoriale e/o nella storia dell’arte. Argomento, quest’ultimo, che ci rimanda direttamente al capitolo cultura. La Fondazione ha sentenziato il verdetto sulla Siena Biotech. Al momento non ci è dato conoscere il bilancio della Sansedoni, perché non ancora depositato. C’è, tuttavia, un’altra istituzione che corre seri rischi: la Chigiana. Questa, per come viene gestita, sembra proprio che la vogliano portare alla chiusura.
Se Valentini, bontà sua, festeggia, i cittadini senesi hanno ben altro a cui pensare: chiedono delle risposte, risposte da non confondere con gli annunci contraddittori tipici della dell’ex sindaco di Monteriggioni.
Pierluigi Piccini