Indagini su Bianchi nate da quelle sui Conticini
di Franca Selvatici L’avvocato Alberto Bianchi, 65 anni, pistoiese di nascita e fiorentino di adozione, uno dei professionisti più vicini a Matteo Renzi, titolare di un prestigioso studio legale e già presidente della fondazione Open chiusa nel gennaio scorso, è indagato dalla procura di Firenze per traffico di influenze illecite per i suoi rapporti professionali e quelli con Open, che per anni è stata la cassaforte degli eventi renziani e organizzatrice delle Leopolde. Mercoledì il suo studio è stato perquisito, alla presenza del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco. Alberto Bianchi è ” amareggiato e arrabbiato nero”. Il suo difensore, l’avvocato Antonio D’Avirro, dichiara: “L’avvocato Bianchi è indagato per una ipotesi di reato fumosa qual è il traffico di influenze per prestazioni professionali a mio avviso perfettamente legittime. L’avvocato ha messo a disposizione degli inquirenti la documentazione richiesta nella convinzione di poter chiarire al più presto questa vicenda che lo sta profondamente amareggiando”.
L’inchiesta dei pm Luca Turco e Giuseppina Mione sembra essere entrata nel vivo già diverse settimane fa. Da tempo circolavano voci riguardo a sequestri di quote di società in varie città italiane, forse in relazione ai copiosi finanziamenti ricevuti fra il 2012 e il 2018 dalla Fondazione Open, già Big Bang.
Quel che si ipotizza con qualche fondamento è la derivazione dell’attuale inchiesta dalle indagini su Play Therapy Africa e su altre società di Alessandro Conticini, fratello di uno dei cognati di Matteo Renzi. Alessandro Conticini ha operato per molti anni in Africa e le sue società hanno ricevuto fra il 2008 e il 2016 circa 10 milioni di dollari da enti benefici come la Fondazione Pulitzer ( 5,5 milioni), Unicef ( 3,8 milioni) e altre ( 891 mila dollari) per prestare assistenza ai bambini africani. Secondo i pm Turco e Mione, circa 6,6 milioni di dollari sono finiti invece su conti personali di Alessandro Conticini e dei suoi familiari e utilizzati per investimenti immobiliari in Portogallo e in Scozia e in parte per acquistare quote o finanziare società legate al Giglio magico renziano. Alessandro Conticini e suo fratello Luca sono accusati di appropriazione indebita aggravata e autoriciclaggio, mentre Andrea Conticini, marito di Matilde Renzi, è sotto accusa per riciclaggio perché, in qualità di procuratore speciale del fratello Alessandro, ha investito il suo denaro in tre società dell’entourage renziano: nel 2011 ha finanziato con 187 mila euro la Chil Promozioni, poi Eventi 6, di Tiziano Renzi e Laura Bovoli; ha comprato per 158 mila euro quote della Quality Press Italia di Lilian Mammoliti, ex moglie di Patrizio Donnini; e ha acquistato per 4 mila euro da Patrizio Donnini il 20% del capitale sociale della Dot Media, società che curava la comunicazione della Leopolda, finanziata dalla Open. Fra i soci di Dot Media, con un altro 20%, figurava Matteo Spanò, amico storico di Renzi e ora presidente della Bcc di Pontassieve e della Federazione toscana delle banche di credito cooperativo.
La procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre fratelli Conticini, difesi dagli avvocati Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini. Le indagini intanto si sono estese fino a lambire la Open e il suo presidente.