Il Terzo Polo di Salvini

di Pierluigi Piccini

 

Allora, ci risiamo. Per la seconda volta, la Lega e il centrodestra ci invitano a votare Salvini invece del vero candidato che si presenta alle elezioni, colui che poi dovrà realizzare gli interessi del territorio. Ci siamo già passati con De Mossi e ora tocca a Marrocchesi che, secondo la campagna elettorale di questi, sarebbe il vero interprete dei bisogni reali del collegio che vota per le suppletive, ammesso che lo sia davvero.. Ma a questo punto non è importante chi sia, tanto il candidato lo fa Salvini. Certo, ci piacerebbe vedere dei confronti fra i candidati e dibattiti fra Letta e Marrocchesi (messi in ordine alfabetico) ma con molta probabilità non ci saranno. E veniamo all’ultima kermesse del segretario della Lega in piazza Salimbeni. Su una cosa bisogna dargli ragione: la città nelle sue istituzione sembra distratta rispetto al problema Monte, quando invece bisognerebbe muoversi. Giusto! Ma nel muoversi ci sono anche i falsi movimenti, come direbbe Wim Wenders, che possono creare delle attenzioni in fase elettorale, ma che poi sono non realizzabili sul piano concreto della fattibilità. Anche noi di Per Siena abbiamo scritto che facciano pure la good bank con UniCredit, ma lascino libero il Monte di trovare altre soluzioni che si possano confrontare con il mercato. E qui cade l’asino della proposta di Salvini sul terzo Polo bancario e, per altre circostanze, anche della proposta di Giani. Terzo  polo con Carige, Banca Popolare di Bari e banche della Brianza. Bene! O vediamo: le banche della Brianza non sappiamo chi siano, ma saranno sicuramente soggetti di media o piccola dimensione, quindi difficilmente nella condizione di poter supportare una proposta del genere. Carige ha undici anni di crisi sulle spalle, basterebbe chiedere a Bastianini che di quella realtà ne ha piena consapevolezza. Non so se Salvini ha avuto la possibilità di leggere i bilanci della Banca genovese e di quella di Bari: se lo avesse fatto si sarebbe accorto della situazione di crisi che attanaglia le due realtà. Per Bari potrebbe chiedere ad un altro ex dipendente del Monte, il direttore Bergami. Tutto ciò significa che per fare un operazione del genere ci vogliono tonnellate di denaro, quindi potrebbe dirci Salvini chi le mette. Lo Stato, dopo aver fatto un intervento straordinario sul Monte che scade il 31 dicembre, si ferma. Allora chi sono i privati disposti a impegnarsi con qualche tonnellata di euro nell’operazione Terzo Polo? Salvini lo faccia sapere non a noi ma a Draghi, al momento opportuno, ma alla svelta perché non potrà essere oltre il 31 dicembre. Strano però perché del Terzo Polo non si è sentito parlare nella conferenza fatta da Fratelli d’Italia a Roma in Parlamento, sempre sulla questione Monte. Le proposte ci è sembrato di capire che fossero diverse, ma evidentemente dopo Cernobbio la Meloni si è ricreduta. Visto che ci siamo, sarebbe utile sapere se poi Salvini ha risolto la questione della Flat Tax al 15% che è rimasta in sospeso e di cui non si parla più, e se la percentuale è sempre la solita o ha subito delle variazioni in base ai territori dove sono in corso le campagne elettorali.

Letta: anche da lui ci aspettiamo una presa di posizione sul Monte dei Paschi che sia chiara è realizzabile e che ne dimostri la fattibilità. La proposta di Salvini è a dir poco debole e nei numeri non realizzabile, ma utile, forse, a coprire solo uno spazio politico. Letta ci dica cosa vuole e cosa intende proporre per il Monte e per il territorio senese e toscano più in generale.

 

 

 

Carige in Stand By. E’ allo studio la vendita di asset