Il Santa Maria della Scala e la minestra riscaldata.

Abbiamo appreso che il Comune e la Fondazione MPS collaboreranno sul Santa Maria della Scala. Più precisamente i tecnici di palazzo Sansedoni dovranno, gratuitamente, elaborare uno studio di fattibilità tecnico-economico per la costruzione di un ente autonomo con propria dotazione finanziaria e capace di attrarre capitali privati. Bene! Veniamo a sapere che in Fondazione ci sono competenze specifiche nel settore dell’economia applicata ai beni culturali. La notizia non può che farci piacere, probabilmente in Fondazione sono più esperti di questa materia che di quella della gestione delle partecipate, visti i risultati. Per fare questo studio, sicuramente, avranno ricevute indicazioni precise dai committenti. I tecnici della Fondazione, beati loro, sapranno che tipo di organizzazione si vorrà dare all’antico Spedale, se di tipo didattico legato alla ricerca, semplicemente espositivo o modello Disneyland, che tanto piace ai privati. Committenti che in questo progetto avranno sicuramente sentito la Soprintendenza per i risvolti che una scelta o l’altra potrebbero avere sul trasferimento della Pinacoteca e sull’uso che potrà essere fatto dell’edificio che attualmente la ospita. Non solo avranno, i tecnici della Fondazione, competenze specifiche nel settore del commercio per capire quali sono le tipologie adatte e gli investimenti da fare con i relativi ritorni economici, calibrati nel tempo. E si intendono, sicuramente, anche di architettura, perché, probabilmente, alcune destinazioni previste attualmente dovranno essere ripensate per far quadrare il bussines plan. Se non quadra, i privati non entrano, non fanno beneficienza. Se nel frattempo, i tecnici senesi, magari si mettono a guardare e a studiare alcune realtà dove è stata fatta una esperienza simile, ma non uguale, come il MAXXI di Roma, si potrebbero accorgere che le Fondazioni di questa natura per la gestione dei Musei non funzionano; almeno che non ci sia un intervento massiccio di finanza pubblica. E il MAXXI è una struttura nuova, eccessiva se volete, dove l’architetto si è fatto prendere la mano, ma comunque pensata appositamente. Il Santa Maria della Scala non ha queste caratteristiche e i punti di costo sono molto, ma molto più rilevanti. Al Valentini consigliamo di rivolgersi all’apposito ministero per avere dei pareri e non alla Corte dei Conti, per due motivi essenziali: il primo, perché, non ha competenze specifiche, il secondo, perché, non può esprimere pareri preventivi. Un sindaco che da lungo tempo amministra lo dovrebbe sapere. Insomma si è cercato con questo accordo di fare le “nozze con i fichi secchi”, cosa di cui proprio non abbiamo bisogno. I tecnici di palazzo Sansedoni, vengono chiamati a un lavoro, che, penso, non sia il loro. Almeno che, non si voglia fare tutto in casa e in Fondazione, attualmente, ci sono molti conflitti d’interesse attenti a “indirizzare” gli studi sulla gestione del Santa Maria della Scala, strano che il Valentini non se ne sia accorto. Anche per oggi non si vola! Perché non si vuole volare e pensare che l’Antico Spedale ha naturalmente una vocazione internazionale, l’unica che lo può rilanciarlo insieme al territorio. Ci sarebbero state altre procedure previste dalla legislazione italiana, che il Comune non ha voluto prendere in considerazione, non lo ha voluto fare, anche se gratuite, perché tutto sarebbe stato trasparente e sotto gli occhi dei cittadini i veri titolari del loro patrimonio identitario.

 

Pierluigi Piccini

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