Il ritorno di Ceccuzzi nella direzione di un Pd diviso.

Giulia Maestrini

 

SIENA A volte ritornano. Franco Ceccuzzi, ex parlamentare Pd ed ex sindaco, torna alla politica attiva cittadina e lo fa dalla porta principale: entrando nella Direzione comunale del Pd. Silurato sull’approvazione del bilancio nel 2012 dalla sua stessa giunta (le sue dimissioni aprirono la stagione del commissariamento di Siena), Ceccuzzi era poi «uscito» dallo scenario cittadino in seguito al coinvolgimento nell’inchiesta sul crac per il pastificio Amato. Pur restando — secondo molti — il padre putativo di gran parte del Pd. Adesso Ceccuzzi torna a tutti gli effetti, seppur in quota minoranza. Non è il solo. In Direzione, tra gli altri, sono rientrati anche Alessandro Mugnaioli (suo assessore, già sfidante alle primarie del 2013 dell’attuale sindaco Bruno Valentini) e Giulio Carli, ex segretario comunale del Pd: due ex fedelissimi, oggi passati su un’altra sponda. Il Pd, dunque, si riorganizza, approva gli organismi direttivi — tra cui la Direzione, appunto: 31 membri divisi rispettando il criterio proporzionale delle percentuali ottenute da ogni candidato a segretario e quindi rappresentativi delle varie componenti che hanno animato il congresso — e prepara la campagna elettorale. Con un primo quesito: decidere se ripresentare, o meno, la candidatura di Valentini. Che da una parte sembra avere il sostegno di un partito che, spiega una nota ufficiale, riconosce alla sua amministrazione di aver «prodotto risultati importanti soprattutto in termini di risanamento del bilancio». Ma che, dall’altra, potrebbe essere scaricato da un Pd che propone «l’apertura di un nuovo cantiere di centrosinistra a forte impronte civica, capace di costruire le linee programmatiche di Siena 2020-2030». Dieci anni che Valentini, con un mandato già alle spalle, non avrebbe: lui che si presentò da rottamatore finirà rottamato dagli stessi che voleva rottamare?

 

Venerdì 15 Dicembre 2017, Corriere Fiorentino.

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