Il Pd senese e le “sfumature di sostanza”

di Pierluigi Piccini

 

Che significato acquista un documento come quello che il Pd ha licenziato di recente, a pochi giorni dall’iniziativa con Enrico Letta, Giani e la Bonafé? Non collegare i due fatti, è impossibile e non sarebbe politicamente corretto. Anzi per essere più espliciti, il testo sembra una specie di “avvertimento” allo stesso segretario nazionale. Vediamo: le primarie richieste in modo perentorio dalla Mazzarelli e sfumate da Roncucci nel documento finale facendole rientrare tra le possibilità: una ipotesi da verificare con la futura coalizione. Queste primarie, anche se sfumate, acquistano un valore tutto interno al Pd. La Mazzarelli e non solo la sua corrente, non è disponibile ad accettare un candidato, anche se proposto da Letta, che non sia concordato. Se ci sarà un accordo, non ci saranno le primarie, altrimenti la richiesta verrà ribadita. Sembra di capire che il nome più gettonato in questo momento, quello del Frati, ad alcune componenti interne ai democratici senesi proprio non piaccia. Sul simbolo la faccenda è più chiara: molti partecipanti alla assemblea del 3 di maggio sanno che se fosse stato riproposto il modello delle suppletive, avrebbero messo in difficoltà le liste del Terzo Polo costrette quest’ultime a fare almeno una verifica sulle reali volontà del Pd. Per questo la scelta identitaria viene rimarcata con tanta decisione dalla parte dei ceccuziani che giudicano negativamente qualsiasi ipotesi di confronto con i civici. Ancora un altro messaggio al segretario Letta: con le ultime politiche la scelta di non schierare il simbolo del partito è stata del segretario nazionale con la compagine senese che ha accettato una sua volontà. Nel caso delle amministrative, la decisione deve avvenire, secondo i firmatari del documento unitario, a livello locale costi quel che costi. Il rapporto con i civici, poi, è veramente da sottolineare: siamo passati da “contributi civici di nuova generazione” (Mazzarelli) ad “un civismo… espressione di energie nuove e non di conservazione” (unitario). Formula, quest’ultima che ha annullato la proposta del Roncucci, il quale faceva riferimento ai “movimenti civici che sono all’opposizione”. È chiaro che il problema del rapporto, soprattutto con il Terzo Polo Civico, costituisce il vero problema del Pd senese. In sintesi, siamo di fronte a un documento da interpretare, che dimostra una unità di facciata che ha l’unico scopo di mandare segnali sia in direzione romana che fiorentina. Con qualcuno che a livello locale detta l’agenda in conseguenza del risultato e delle decisioni prese dopo i congressi appena svolti. A noi non ci resta che utilizzare Gadamer per decriptare i messaggi in politichese tutti interni ai democratici senesi che in fatto di sfumature “di sostanza” sono esperti.