«Il Pd è in crisi, ora il confronto».

di ORLANDO PACCHIANI

«DOPO le ultime amministrative, si impone una profonda riflessione nel Pd toscano. Siamo di fronte a sconfitte dure, è necessario capire i motivi della profonda frattura con un ampio pezzo di elettorato». Susanna Cenni, deputata Pd sponda orlandiana, guarda con preoccupazione ai risvolti delle elezioni, anche in chiave 2018.

Crede che ancora nel Pd non ci sia piena consapevolezza dei problemi in Toscana?

«Dobbiamo toglierci dalla testa che siamo ancora noi a dare le carte. La storia è cambiata, si vince solo con candidati credibili e alleanze molto vaste, anche per combattere l’altissima astensione».

Ricetta valida anche per Siena?

«Nel capoluogo la partita si gioca mettendo in campo una visione del futuro della città e discutendo di quello. Mi sembra che ci siano troppe polemiche o discussioni su divisioni del passato, mentre servirebbe un confronto vasto, non solo nel Pd ma con il centrosinistra e tutta la città, a partire dal mondo dell’associazionismo».

Cosa pensa delle mancata convocazione del congresso regionale?

«Penso sia un grande errore. E non tanto perché voglia affibbiare responsabilità alla segreteria, ma perché abbiamo bisogno di un ragionamento approfondito sulla Toscana. E una crisi vera, quella del Pd, non casistiche locali».

E il congresso locale?

«Attendiamo la definizione dei tempi. Certo è che il tesseramento sulla spiaggia non mi sembra una grande idea».

Passando al grande tema Mps, come immagina il futuro?

«C’è un piano industriale che toglie incertezza, ma andrà seguito con cautela sui temi degli esuberi e della chiusura delle filiali. Il personale e i risparmiatori hanno già pagato tanto».

Altro crisi, ma di diversa natura: lei si è impegnata sul tema delle Province. Cosa auspica?

«Abbiamo approvato una mozione che impegna il governo a rivedere la normativa. E evidente che non ci sono risorse per garantire l’ordinaria amministrazione, e parliamo di strade e scuole».

In Parlamento si è mossa di recente sul fronte siccità, che tocca un altro settore chiave della nostra economia.

«La situazione è gravissima, ma oltre agli interventi immediati deve cambiare il modo di affrontare il problema: non si può intervenire solo nell’emergenza, ma bisogna agire sulle infrastrutture e sulla ricerca».

 

sabato, 15 luglio 2017 NAZIONE SIENA