Lunedì la resa dei conti con il capoazienda che promette battaglia In uscita anche la presidente Grieco, Vandelli in pole come futuro ad
di Andrea Greco
MILANO — Si prepara un terremoto ai vertici del Monte dei Paschi, con una manovra in due tempi destinata ad azzerare l’intero consiglio di amministrazione di 15 membri che regge la banca senese per conto del Tesoro, socio forte con il 64%.
Lunedì 7, con ogni probabilità, uscirà di scena l’amministratore delegato Guido Bastianini, cui l’organo di gestione della banca senese si prepara a ritirare le deleghe operative dopo «una verifica di corporate governance», inserita ieri sera all’ordine del giorno, in cui potrebbero venire contestate al banchiere alcune poste contabili. Poi verso metà febbraio, salvo sorprese, Maria Patrizia Grieco darà le proprie dimissioni da presidente di Mps, per candidarsi, sempre come possibile presidente, nella lista che Francesco Gaetano Caltagirone sta ultimando per conquistare i vertici di Generali. Una scelta che la dirigente starebbe definendo con il Tesoro, e che farebbe di fatto decadere il vertice dell’istituto più antico del mondo, azzerandone il consiglio.
A quel punto l’azionista pubblico, che ha salvato Mps cinque anni fa staccando un assegno da 5,4 miliardi di euro, aspetterebbe l’assemblea di bilancio di primavera per nominare un cda tutto nuovo. Ristretto nei componenti e affidato a un nuovo capoazienda che i cacciatori di teste di Management Search devono individuare, ma un favorito sembra ci sia già ed è Alessandro Vandelli, per anni capo di Bper Banca.
Chi gestirà Mps nei prossimi tre mesi fino all’assemblea, chi presenterà al mercato i conti d’esercizio? Forse il direttore finanziario Giuseppe Sica, ma grande è la confusione sotto il cielo senese. Anche perché lunedì i toni dentro il cda dovrebbero essere di scontro aperto tra Bastianini e una parte del consiglio. A quanto si apprende, all’ad potrebbero venire contestate alcune poste contabili una tantum inserite nei conti 2021, che peraltro dovrebbero chiudere in utile per circa 300 milioni, il migliore risultato da cinque anni. Ma Bastianini ha fatto sapere ai suoi che si presenterà al cda con un penalista e un civilista, pronto a querelare chiunque lo accusi di scorrettezze contabili. Nella nota del Monte, uscita ieri sera, si legge che «nel contesto del prossimo cda, convocato per il prossimo 7 febbraio, è stato inserito all’ordine del giorno un punto inerente una verifica di corporate governance riguardante la figura dell’amministratore delegato e direttore generale dott. Guido Bastianini ». Sembrava la conferma delle voci di stampa di domenica, per cui il capo del Monte era stato convocato, settimana scorsa, dal direttore generale del Tesoro Rivera, che gli aveva chiesto di fare un passo indietro per un cambio di strategia. Ma Bastianini non ha dato segno di voler recedere. Per questo, da lunedì, è partita la moral suasion del Tesoro per revocargli le deleghe: e almeno nove membri su 15 del cda sembrano disposti a votare la mozione. Nel frattempo esponenti di punta di tutto l’arco costituzionale, in testa Matteo Salvini e ieri, ultimi, Fratelli d’Italia, hanno difeso l’operato dell’ex capo di Carige, chiedendo al Tesoro di tornare sui suoi passi.