PAOLO BERIZZI
Un uomo nero che aggredisce una donna bianca, intento a strapparle la camicetta. E la scritta: “Difendila dai nuovi invasori. Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia». È il manifesto della nuova campagna shock anti-immigrati di Forza Nuova. Il cartello — postato sulla pagina Fb del partito neofascista, diffuso in Rete e che forse verrà affisso nelle città — è perfettamente in linea con le posizioni razziste e xenofobe portate avanti dalla formazione di Roberto Fiore (fino al virulento attacco contro lo ius soli). Ma con un particolare in più: ripropone — riadattandolo ai giorni nostri, tra emergenza sbarchi, aggressioni e altri episodi di cronaca — un manifesto con cui la Repubblica sociale italiana, nel 1944, ai tempi dell’avanzata degli angloamericani contro fascisti e nazisti, poi culminata con la Liberazione, propagandava la figura del “negro” invasore quale “violentatore e massacratore di inermi e nemico della civiltà europea”.
L’immagine a cui si è ispirata Forza Nuova è opera di Gino Boccasile, artista grafico propagandista celebre per i suoi manifesti icone del regime fascista e dell’alleanza coi tedeschi (lo stesso Boccasile era stato tra i firmatari del Manifesto della razza in appoggio all’introduzione delle leggi razziali). L’uomo nero che aggredisce la donna bianca, nell’illustrazione “bellica” di Boccasile, altro non è che un soldato alleato: forse un goumier francese (le truppe coloniali provenienti dal Marocco). Il 1944 è l’anno dello sbarco ad Anzio e Nettuno: la Seconda guerra mondiale è in corso e, nella vulgata fascista, i soldati che stanno occupando il territorio italiano sono responsabili di stupri e violenze. Su questa paura fa leva il manifesto di Boccasile (autore anche di famose pubblicità: dall’amaro Ramazzotti al Formaggino Mio), che infatti viene diffuso nelle aree della Rsi non ancora “prese” dagli angloamericani. Settantatrè anni dopo quell’immagine viene adottata in chiave anti-immigrati da Forza Nuova, e cioè un partito che già due sentenze della Cassazione hanno ritenuto legittimo equiparare a una formazione “nazifascista”. A spiegare il delirante parallelismo tra la Seconda guerra mondiale e i giorni d’oggi, ovvero tra gli invasori “alleati” e i “nuovi invasori”, che sarebbero i migranti in arrivo in Italia, sono gli stessi comunicatori forzanovisti. A corredo del manifesto postato il 29 agosto alle 21.04 (8708 like e 520 commenti), si legge: «Gli stupri, si sa, sono il barbaro e infame corollario di ogni guerra di conquista. Le violenze contro le donne dell’epoca del manifesto a cui ci siamo ispirati furono contestualizzate all’interno della sconfitta che chiamarono “liberazione”; quelle di questi anni e di questi giorni le occultano spudoratamente, tacendo il fatto che sono attuate da nuovi invasori a cui paghiamo vitto, alloggio, bollette, schede telefoniche, cellulari e sigarette. I nuovi barbari sono peggiori di quelli del ‘43-‘45, oggi come allora fiancheggiati dai traditori della Patria». Il messaggio è dunque questo: che i “nuovi invasori”, gli immigrati, anche loro nemici della civiltà europea, stanno occupando l’Italia, e intanto violentano le donne. Da qui il monito di Forza Nuova ai cittadini: «Difendiamole ». «Questo manifesto è una palese istigazione all’odio razziale — commentano dall’Osservatorio sulle nuove destre — Di fronte a una notizia di reato così evidente, c’è da aspettarsi un intervento immediato da parte della magistratura e delle istituzioni democratiche». L’obiettivo del partito di Fiore è chiaro: soffiare sul fuoco, cavalcare la paura strumentalizzando alcuni fatti di cronaca che, nei giorni scorsi, hanno visto come protagonisti — sia come autori sia come vittime — degli immigrati. A partire dalla vicenda dello stupro di Rimini ai danni di una turista polacca: i responsabili non sono ancora stati individuati ma la denuncia di una coppia di Legnano — aggredita il 12 agosto nella stessa zona da un gruppo di nordafricani — è bastata a accendere la rabbia razzista sul web. L’ultimo nemico, in ordine di tempo, è stato don Massimo Biancalani, il prete di Pistoia contestato in chiesa per aver portato una giornata in piscina alcuni profughi africani. Anche loro “nuovi invasori”.