C’è anche Sara De Ceglie, la mamma, in piazza con lo striscione della sua associazione “Bambini strappati”. A pochi metri campeggia anche il cartello “Comunisti ladri di bambini” mentre una signora agita una croce e inveisce contro “il gender”. Il vero nemico sembrano le unioni civili e gay, contro cui anche la candidata Borgonzoni si è scagliata nel suo programma promettendo la cancellazione della legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
Non è un caso che uno dei, pochi, politici presenti in piazza Repubblica sia Mirko De Carli del Popolo della Famiglia, alleato per le prossime elezioni. C’è anche Massimo Casanova, proprietario del Papeete ed eurodeputato eletto con il più alto numero di preferenze tra i leghisti alla scorsa tornata elettorale, e l’ex ministro Roberto Calderoli. Sul palco non salgono, lo spazio è solo per le famiglie spezzate.
Come quella di Tommaso Onofri, rapito e ucciso nel 2006 a Parma per chiedere un riscatto. “Mi sento vicina ai bambini di Bibbiano, hanno usato il nome di mio figlio nelle loro relazioni false, ma lui e noi non c’entriamo nulla, Matteo mi ha dato la possibilità di sfogarmi e spero che tutti insieme possiamo cambiare qualcosa” ha gridato Paola Pellinghelli, la madre. Nelle carte dell’inchiesta “Angeli e demoni” è emerso come Federica Anghinolfi, responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza indagata, avrebbe usato il nome del piccolo Tommy per convincere i suoi sottoposti dell’esistenza di una rete di pedofili satanisti: tra le vittime, secondo Anghinolfi, ci sarebbe stato anche lui. Un fatto non vero e privo di alcun fondamento. “Ci sono oltre 26 mila bambini lontani, spesso per motivi giustificati ma se anche uno solo fosse lontano senza motivo allora è dovere di un popolo civile riportarlo a casa. Dobbiamo differenziare sull’accordo condiviso, mamma e papà possono anche litigare ma i bambini devono rimanere con le famiglie. Massimo disprezzo per quelle strutture che sui bimbi hanno fatto i soldi, viva Bibbiano e sappiate che sono pronto a dare la vita per riportare a casa questi bambini, giù le mani dai bambini” è la chiusa del leader leghista: l’unica che scalda la piazza.
A sentire le voci dei presenti sono pochi i bibbianesi autoctoni. Il paese sembra deserto, post evacuazione, i residenti scomparsi, chiusi nelle proprie case. “Qui siamo comunisti e ne andiamo fieri, sono uscito da casa solo quando ho visto che Salvini se ne era andato”. L’amico vicino sorride ma non conferma: “Dicono così ma poi votano Lega nel segreto dell’urna”.
Due giorni di attesa e lo sapremo. Nel frattempo Salvini, dopo la piazza del reggiano e aver esaurito la coda per farsi il selfie con lui, si è diretto a gran velocità alla discoteca bolognese Matis per concludere la serata. Da Bibbiano alla disco, tutto nella stessa serata. L’ennesima prova della strumentalizzazione vista ieri.