MICHELE BOCCI
Adesso la Regione rischia di essere sanzionata dal Garante della privacy. Nei giorni scorsi da Roma è partita una integrazione del parere di settembre riguardante la trasmissione dei dati degli iscritti tra scuole e Asl ai fini della verifica della regolarità delle vaccinazioni. L’Authority respinge la lettura che la Toscana fece a suo tempo.
La vicenda inizia con la decisione del dipartimento di prevenzione della Asl Centro, poi seguito da quelli delle altre due aziende, di semplificare la vita alle persone con i figli in regola con le vaccinazioni obbligatorie, circa l’85% del totale. In accordo con Anci e Ufficio scolastico si decise che le scuole inviassero la lista dei propri iscritti all’azienda sanitaria. Qui ci sarebbe stata una verifica della posizione dei bambini e poi “l’indicazione degli iscritti in regola e non in regola con l’obbligo vaccinale” alle scuole. Il Garante a suo tempo ha dato un primo parere nel quale c’era un via libera alla prima delle due comunicazioni ma uno stop alla seconda, perché i dati trasmessi erano considerati sensibili. Le aziende sanitarie toscane hanno così parzialmente cambiato la loro strategia. Alle scuole, infatti, sono state inviate le segnalazioni dei nomi sui quali c’era bisogno “di verificare meglio la posizione”. In questo modo si riteneva di non ledere la privacy, perché in quella definizione rientrano i non vaccinati ma anche chi ha fatto il vaccino in un’altra regione, chi non è stato registrato nell’anagrafe per un errore formale, chi ha un problema di salute e non può prendere quel medicinale.
Il nuovo parere, inviato il 20 ottobre scorso alla Regione e riportato dal Tirreno, è riferito alla prima impostazione scelta dalle Asl, di fatto è una specifica di quanto già detto a settembre. Per questo si spera di poter spiegare la posizione toscana al Garante e così evitare multe, anche se a questo punto basterà un ricorso di qualche genitore per far muovere l’Authority.
Ormai tutte le operazioni per i bambini da 0 a 6 anni sono state svolte. Il termine per dimostrare di essere in regola, anche con un’autocertificazione, scadeva il 10 settembre e le aziende sanitarie toscane hanno già inviato alle scuole i dati sui bambini la cui posizione deve essere verificata e stanno controllando le varie posizioni. Quindi non è possibile tornare indietro. «Abbiamo fatto tutto per semplificare la vita alle famiglie in regola, solo nella nostra area circa 380mila», spiega Renzo Berti, capo del dipartimento prevenzione Asl Centro. «Con la nostra organizzazione non hanno dovuto fare nulla. Sulle altre stiamo lavorando, per verificare le autocertificazioni e gli altri problemi che possono averci portato a ritenere che non fossero in regola con le vaccinazioni ».
Il 31 ottobre invece scade il termine per presentare i documenti alla scuola dell’obblico (7-16 anni). In questo caso non ci dovrebbero essere problemi perché chi non è in regola non rischia di restare fuori da scuola ma, in base alla legge, solo una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro. Per questo si procederà in modo diverso rispetto a nidi e materne. Le scuole comunicano la listadei loro iscritti ma poi fa tutto la Asl senza coinvolgerle. L’azienda richiamerà tutti coloro che non risultano in regola per approfondire la loro posizione. Spetterà ai suoi uffici decidere eventualmente che sanzione applicare alle famiglie che non intendono vaccinare quindi non c’è bisogno di coinvolgere le scuole, almeno quest’anno. Una circolare ministeriale ha infatto rimandato al 2018-2019 l’obbligo per i presidi di formare le classi tenendo conto dei bambini non vaccinati che frequentano il loro istituto.